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Ambiente – Zanoni (PD): “Bosco di Mestre, cacciatori onnipotenti, la Regione intervenga a tutela di cittadini e turisti vietando l’attività venatoria in tutta l’area”

“Le doppiette in Veneto sono troppo coccolate dalla politica e si sentono onnipotenti. Nel Bosco di Mestre l’incolumità pubblica è a rischio, la Regione estenda il divieto di caccia a tutti i 230 ettari che compongono l’area”. La richiesta arriva dal consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta dai colleghi Bruno Pigozzo, Francesca Zottis e da Cristina Guarda della lista AMP.

“Le diverse zone che compongono il Bosco (Ottolenghi e Franca, Zaher, Campagnazza, Cucchiarina, Zuin, Manente e Terronazzo, Campalto e Osellino) sono sottoposte a discipline giuridiche differenti e solo in alcune è vietata l’attività venatoria. Si tratta di un polmone verde che fa parte del tessuto urbano del Comune di Venezia ed è frequentato da moltissime famiglie con bambini, sia residenti che turisti. È inaccettabile che debbano sentirsi minacciati dai cacciatori che troppo spesso sparano anche a distanza ravvicinata dalle case”, aggiunge il vicepresidente della commissione Ambiente, ricordando come nelle scorse settimane sia stata presentata una denuncia alla Procura della Repubblica.

“Già nell’agosto 2015 numerosi associazioni, Gruppo Vegan Venezia, Lav Venezia, Lipu Venezia, Wwf Venezia e Territorio, Enpa Venezia, Lac Venezia, Lega per la difesa del cane, Venezia, Associazione Animali in città, Associazione Dingo, Gruppo Veganzi e Associazione Amico Albero – sèiega Zanoni – avevano promosso una petizione, 4.000 firme raccolte, contro la chiusura di numerosi boschi di Mestre ‘riservati’ ai cacciatori per la stagione venatoria, in modo da tutelare l’incolumità dei cittadini. Un provvedimento paradossale, semmai per salvaguardare le persone bisognerebbe vietare di sparare nel bosco – conclude Zanoni, che nell’interrogazione si rivolge direttamente a Zaia – In base all’articolo 17 della legge 50 del 1993, il presidente può vietare temporaneamente la caccia in località di notevole interesse turistico a tutela dell’integrità e della quiete della zona. Come il Bosco di Mestre”.

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