Dopo lo scandalo della Findus, oggi sono state rinvenute tracce di carne di cavallo anche in alcuni prodotti dalla Nestlé. Ieri sera al Parlamento europeo Zanoni ha chiesto alla Commissione di “agire tempestivamente per evitare il ripetersi di simili scandali che mettono a repentaglio la salute dei consumatori europei”
“Lo scandalo della carne equina trovata in prodotti in teoria solo a base di manzo deve farci muovere velocemente, dobbiamo assolutamente agire per evitare che accada di nuovo in futuro. Ci vuole una completa tracciabilità delle carni, indicazioni esaustive in etichetta e severe sanzioni e controlli a livello europeo”. Lo ha detto Andrea Zanoni, eurodeputato IdV, intervenendo ieri sera nel dibattito in commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo (VIDEO), in presenza di Paola Testori Coggi, Direttore generale della Direzione “Salute e consumatori” della Commissione europea (SANCO).
Zanoni ha attirato l’attenzione della Direttrice della Commissione su “tre aspetti fondamentali di questo scandalo”: “La sicurezza alimentare minacciata dal sospetto che queste carni contenessero sostanze pericolose, il diritto sacrosanto dei consumatori a sapere cosa mangiano. E infine l’orrida sensazioni di chi ha scoperto di aver mangiato carne di quello che nel suo Paese è considerato un animale da affezione, come i cavalli per gli inglesi”.
Pericoli per la salute. Zanoni ha denunciato il fatto che “a causa della crisi, sono mancate delle sovvenzione ai centri di ippica e quindi molti cavalli da corsa, ai quali magari erano stati somministrati determinati farmaci, sono finiti nel mercato delle carni”. Ancora da verificare, infatti, la sospetta presenza nelle carni di cavallo in questione di tracce di fenilbutazione, un potente antinfiammatorio utilizzato come analgesico nei cavalli da corsa, e del quale si potrebbe aver abusato negli allevamenti rumeni.
“E’ fondamentale che l’Ue predisponga una normativa di tracciabilità obbligatoria e di scrupolosa indicazione in etichetta per tutti gli ingredienti, carni comprese, contenuti nei prodotti venduti sugli scaffali dei supermercati europei – ha proseguito Zanoni – E questo affinché qualche altro cittadino europeo non si ritrovi ancora nel piatto un pezzo di cavallo o di chissà cos’altro”.
L’eurodeputato ha infine chiesto alla Direttrice della Commissione “quanti casi del genere sono stati esattamente scoperti nei 27 Paesi Ue, dove si sono verificati, stime precise su simili frodi e quali sono i sistemi sanzionatori nazionali che più risultano efficaci?”.
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