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Discarica di amianto a Paese (TV), Zanoni: «Doccia fredda per Mosole, l’Arpav non dà parere positivo»

L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto ha reso noto il documento sull’autorizzazione alla discarica d’amianto a Castagnole di Paese (TV), come richiesto dalla Regione Veneto. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Nel documento, l’ARPAV non si esprime in modo favorevole all’impianto in alcun punto e, anzi, sottolinea il pericolo che il Veneto diventi polo attrattore di rifiuti contenenti amianto»

 

L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) ha reso noto il documento sul parere espresso sull’autorizzazione alla discarica d’amianto a Castagnole, frazione di Paese (TV) che era stato richiesto lo scorso novembre dalla Regione.

 

Il gruppo Mosole, titolare della discarica della ditta Terra srl, aveva presentato il progetto alla Regione Veneto, alla Provincia di Treviso e al Comune di Paese. Il procedimento prevedeva inoltre la presentazione in pubblico del progetto. Se, da un lato, l’autorizzazione è di competenza della Regione, dall’altro lato la procedura prevede l’acquisizione dei pareri dell’ARPAV e della Provincia di Treviso.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «L’ARPAV, contrariamente ad alcune anticipazioni di stampa, non ha espresso alcun parer favorevole alla discarica, ha invece fornito informazioni sulla produzione di rifiuti contenenti amianto e sulla quantità di quelli gestiti in Veneto distinti per provincia, intendendo per gestione lo stoccaggio di rifiuti. Il documento, inoltre, analizza i flussi di import-export facendo trapelare che la regione Veneto, pur in assenza di impianti di smaltimento definitivo, è un polo di stoccaggio e accorpamento di rifiuti contenenti amianto provenienti anche da altre regioni per l’avvio agli impianti di smaltimento finale esteri, quasi esclusivamente verso la Germania: nel 2009 oltre 28.000 tonnellate sono entrate in Veneto da altre regioni. L’ARPAV ha ribadito l’assenza a livello regionale di impianti di smaltimento definitivo di rifiuti da costruzione e demolizione contenenti amianto. Secondo l’ARPAV, autorizzando una discarica con volumetrie molto maggiori di 50 mila metri cubi, si finirebbe per identificare il Veneto come polo attrattore per tali rifiuti».

 

Ora, il procedimento prevede che la parola passi alla Provincia, guidata da Leonardo Muraro, che si è sempre dimostrato incerto nel bloccare la discarica. L’iter procederà, quindi, con il parere della Commissione Regionale per la Valutazione  di Impatto Ambientale (VIA). Solo se quest’ultima dovesse esprimere parere favorevole, il progetto potrebbe essere approvato dalla Giunta Regionale. 

 

Il progetto prevede il conferimento nella discarica Terra di via Baldrocco di 460 mila metri cubi di amianto. «Mi auguro che la Provincia decida di fermare il progetto, anche alla luce del pericolo messo in evidenza dal parere dell’ARPAV – ha aggiunto Zanoni – Bisogna tener conto dei 7 mila 500 cittadini che hanno firmato la petizione contro la discarica Terra, che dovrebbe accogliere amianto di altre province e regioni. Paese ha già accettato troppe discariche di ogni tipo ed è giunta l’ora di dire basta. La legge Regionale 11/2010, ai fini dell’adozione del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, prevede che vengano adottati criteri di individuazione da parte delle Province delle aree non idonee alla localizzazione delle discariche. La Provincia, dunque, potrebbe anticipare il Piano dei rifiuti e, con una delibera consiliare, dichiarare subito inadatta l’area, vista la presenza di una zona di ricarica delle falde acquifere. In ogni caso continuerò il mio lavoro in Europa e, se sarà necessario, mi batterò anche a Bruxelles perché questa discarica non veda mai la luce».

 

A novembre 2012, la Commissione ENVI del Parlamento europeo ha approvato, con gli emendamenti presentati dall’eurodeputato Zanoni, una relazione sulla protezione dall’amianto e sulla futura abolizione in tutta Europa. La relazione Wils prevede lo stop dell’amianto entro il 2023 e, proprio grazie ai punti introdotti da Zanoni, la bonifica di tutte le discariche di amianto non a norma, lo smaltimento dei rifiuti di amianto solo in discariche di rifiuti pericolosi, nonché l’avvio di impianti che prevedono l’inertizzazione delle fibre di amianto evitando lo smaltimento in discarica. Il 24 gennaio 2013, i divieti sull’amianto con gli emendamenti di Zanoni sono stati approvati anche nella relazione Hughes dalla Commissione EMPL Occupazione e Affari sociali al Parlamento Europeo, relazione ora destinata a breve al voto finale in plenaria.

 

BACKGROUND 

 

A Paese, comune di circa 22 mila abitanti, nell’ex cava dove sono stati estratti oltre 1.100.000 metri cubi di ghiaia, è stata autorizzata una discarica per rifiuti inerti di proprietà della ditta Terra srl del gruppo Mosole. In questa discarica sono presenti circa 80 mila tonnellate di rifiuti di amianto conferiti grazie ad una autorizzazione della Provincia di Treviso (Decreto n.843 del 21 ottobre 2004), dichiarata successivamente illegittima dal Consiglio di Stato (Sentenza n.1329 del 20 marzo 2007), per la violazione della Direttiva 99/31/CE sulle discariche di rifiuti e della Direttiva sulla Valutazione di Impatto Ambientale, valutazione ambientale che per detta discarica non era mai stata eseguita.

 

Nel 2008, l’allora sindaco di Paese Valerio Mardegan aveva richiesto alla Provincia di Treviso la bonifica del sito, mai avvenuta. Il 17 maggio 2012, l’azienda titolare della discarica ha presentato ufficialmente un progetto di riclassificazione della discarica da rifiuti inerti a rifiuti speciali per conferire ulteriori 460 mila metri cubi di rifiuti contenenti amianto.

 

dicembre scorso, 7.500 firme sono arrivate alla Provincia di Treviso contro la discarica di amianto Terra, a cui Muraro ha risposto proponendo un referendum comunale. Lo scorso novembre , Zanoni, con un’interrogazione parlamentare aveva denunciato a Bruxelles il conferimento di rifiuti contenenti amianto nella discarica di Paese e il conseguente pericolo per la falda acquifera sotterranea. Il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik nella risposta all’interrogazione aveva richiamato la Direttiva Acque 2000/60/CE che impone agli Stati membri di evitare qualsiasi tipo di deterioramento della qualità dei corpi idrici sotterranei e di conseguire un buono stato delle acque sotterranee entro il 2015 e ha avviato un’indagine con le autorità locali per capire lo status giuridico della discarica Terra.

 

 

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