ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Ripuliamo l’Europa dall’amianto

La Commissione Ambiente del Parlamento europeo approva una relazione sulla protezione dall’amianto e sulla sua futura abolizione in tutta Europa. Passano gli emendamenti di Andrea Zanoni (IdV): “Basta conferire l’amianto in discarica, ci vogliono seri processi di inertizzazione in vista della messa al bando entro il 2023”

“Un passo avanti verso l’abolizione dell’amianto in tutta Europa e misure concrete per ripulire tutti i siti, a partire dalle discariche fino alle abitazioni e luoghi di lavoro”.

 

E’ il commento di Andrea Zanoni all’approvazione di oggi (presenti 50, favorevoli 49, contrari 1 e astenuti 0) da parte della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo della relazione dell’eurodeputata Sabine Wils (tedesca, sinistra unita) sulle “minacce alla salute dei lavoratori dovute all’amianto e prospettive di abolizione totale di tutto l’asbesto esistente”.

 

Zanoni: “L’irresponsabile abitudine di conferire l’amianto in discarica deve cessare quanto prima. Per questo ho presentato gli emendamenti alla relazione, oggi approvati, ribadendo che queste pericolosissime fibre devono essere inertizzate attraverso le nuovissime tecnologie oggi a disposizione evitando il ricorso alle discariche. Il percorso di pulitura di tutta Europa dall’amianto è lungo, con il voto di oggi abbiamo voluto dare un chiaro segnale dell’intenzione del Parlamento europeo di esigere un futuro libero da questa mortale sostanza”.

 

La relazione sarà adesso votata anche dalla commissione EMPL Occupazione e affari sociali (24 gennaio 2013) dove Zanoni ha presentato gli stessi emendamenti.

 

Nel dettaglio, ecco i punti introdotti da Zanoni alla relazione Wils:

 

Divieto dell’amianto entro il 2023. Invita la Commissione e gli Stati membri ad accettare il termine del 2023, proposto dai sindacati, per un divieto totale dell’amianto in tutta l’Ue e ad abbassare al minimo il valore limite di esposizione dei lavoratori alle fibre di amianto previsto nella direttiva 2009/148/CE.

 

Bonificare tutte le discariche e prevedere processi di inertizzazione. Invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per la bonifica di tutti i siti pubblici e privati interessati, comprese le discariche di rifiuti di amianto non sicure e a promuovere processi alternativi ecocompatibili e sicuri, come l’inertizzazione, per la trasformazione di rifiuti contenenti amianto e per il successivo riciclaggio del materiale risultante utilizzabile nel settore delle costruzioni.

 

L’Ue vigili sulla direttiva relativa alle discariche. Invita la Commissione, in considerazione della persistente insufficienza di controlli da parte di molti Stati membri, a vigilare sulla corretta applicazione della direttiva 1999/31/CE affinché qualsiasi rifiuto contenente amianto sia classificato come rifiuto pericoloso e pertanto smaltito solo ed esclusivamente in specifiche discariche per rifiuti pericolosi in modo da evitare la contaminazione dell’aria e delle sottostanti falde acquifere.

 

Raccolta dati sulle malattie professionali dovute all’amianto. Gli Stati membri devono garantire che tutti i casi di asbestosi e di mesotelioma siano registrati in una raccolta sistematica di dati sulle malattie professionali da amianto per fornire una mappatura attendibile della presenza di amianto attraverso l’istituzione di un registro obbligatorio esistente in edifici pubblici e privati, navi, treni, bunker, tunnel, gallerie, tubazioni delle reti acquedottistiche pubbliche e private, e che in detto registro siano anche chiaramente segnalate le discariche di rifiuti di amianto, in modo da evitare la movimentazione inconsapevole di questi materiali.

 

BACKGROUND

 

La magistratura italiana, il 13 febbraio 2012 a Torino, ha ritenuto responsabili il precedente proprietario e l’ex direttore della filiale italiana della società Eternit dei circa 3.000 decessi legati all’amianto, condannati a risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari, e alle organizzazioni della società civile;

 

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il numero di casi di malattie legate all’amianto nella sola Unione europea è compreso tra i 20.000 e 30.000 all’anno. Tutti i tipi di amianto sono riconosciuti come pericolosi per la salute dell’uomo e gli effetti nocivi a seguito dell’inalazione delle fibre di asbesto, come il tumore al polmone e il mesotelioma pleurico, possono manifestarsi addirittura dopo alcuni decenni (anche dopo quarant’anni).

 

L’amianto è ancora presente nell’ambiente interno ed esterno a stretto contatto con la popolazione ovvero negli edifici pubblici e privati (in particolare tetti in cemento-amianto, pavimento, linoleum, amianto-vinile), in navi, treni, bunker, tunnel e gallerie, tubazioni delle reti acquedottistiche pubbliche e private e in alcuni lavori di ristrutturazione, demolizione e trattamento rifiuti, nonché in diverse discariche la cui posizione esatta è spesso sconosciuta e, di conseguenza, l’asbesto può avere un impatto non solo sui lavoratori esposti, ma anche su tutti i cittadini in generale.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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