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Commissione regionale VIA, ok al progetto della supercava Morganella. Zanoni:«Attacco alla falda acquifera trevigiana».

La Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale ha autorizzato l’approfondimento della cava Morganella a Ponzano Veneto (TV) che sarà scavata fino a 60 metri di profondità, interessando le falde acquifere più profonde. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Tutti gli elementi avrebbero dovuto portare un parere negativo della Commissione. È una decisione assurda»

 

La Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ha dato l’autorizzazione a scavare fino a 60 metri di profondità nella cava Morganella a Ponzano Veneto (TV). A questo punto, basterà il via libera definitivo della Giunta veneta del Governatore Luca Zaia per vedere all’opera i mezzi di escavazione di Biasuzzi, Superbeton e Calcestruzzi.

 

Nel sito si è già scavato al di sotto della prima falda e, con questa autorizzazione, verranno interessate anche quelle più profonde, arrivando a meno 60 metri dal piano campagna.

 

Con il via libera della Commissione regionale VIA, le tre aziende potranno prelevare circa 6 milioni di metri cubi di ghiaia in 15 anni senza alcun obbligo di riqualificazione del sito, oltre ad una semplice ricomposizione delle scarpate e ad una recinzione alberata.

 

La cava si trova per il 15% nel territorio del Comune di Paese (TV) dove le aziende non potranno però scavare. Il Comune di Ponzano Veneto potrebbe ancora fermare l’escavazione nel proprio territorio non firmando la convenzione con i cavatori e chiedendo solo la ricomposizione ambientale.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «La decisione della Commissione regionale VIA di autorizzare l’approfondimento della cava Morganella è incomprensibile. C’erano in realtà tutti gli estremi per dare il parere negativo: si tratta di una cava confinante con la discarica della ditta Biasuzzi nella quale il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Volpago del Montello (TV) ha accertato già nel 2004 la presenza di rifiuti inerti non conformi, portando alla condanna di Fabio Biasuzzi e del responsabile della discarica da parte del Tribunale di Treviso. A distanza di oltre due anni, inoltre, non è ancora stata identificata la natura dei materiali rilevati con eco-scandagli dalla Provincia di Treviso».

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni ha aggiunto: «Trovo incredibile la scelta della Commissione VIA regionale, guidata dall’ingegnere Silvano Vernizzi. Il 7 marzo 2013 ho scritto al Governatore Luca Zaia invitandolo a risolvere quanto prima il problema del conflitto di interessi rappresentato dall’ingegner Vernizzi che, ad esempio, è contemporaneamente Segretario regionale Infrastrutture e mobilità della Regione del Veneto, Commissario straordinario per la Pedemontana Veneta, Commissario straordinario per il Passante di Mestre, Amministratore delegato di Veneto Strade S.p.A., Presidente delle Commissioni regionali VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica), nonché collezionista di svariati altri incarichi».

 

A dicembre 2012, Andrea Zanoni è stato incaricato di redigere il rapporto sulla proposta della Commissione europea di modifica della Direttiva 2011/92/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati per conto della Commissione ENVI. Si tratta di un rapporto fondamentale che si iscrive nel procedimento di modifica e aggiornamento della normativa sulla VIA alla base di tutte le opere con un alto impatto sull’ambiente in tutti i 27 Paesi Ue.

 

Il 6 maggio scorso, Zanoni ha presentato in Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo le sue priorità a proposito della revisione della normativa sulla procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA). Sei i punti saldi: coinvolgere maggiormente il pubblico interessato nel processo decisionale; limitare il problema del conflitto d’interessi; prevedere misure correttive in caso di monitoraggio ex-post di un progetto che causa effetti negativi; semplificare l’elaborazione e la verifica del rapporto ambientale; dare certezza giuridica; includere nell’allegato I (opere per le quali la VIA è obbligatoria) i progetti sui gas non convenzionali come il gas di scisto (shale gas).

 

Giovedì 11 luglio 2013, il rapporto sulla VIA di Zanoni è stato votato in Commissione ENVI: «La Commissione Ambiente ha votato la nuova Direttiva VIA, della quale sono relatore, con 48 voti favorevoli e 15 contrari. Tra i vari emendamenti approvati anche quelli sul conflitto di interessi, ovvero contro le situazioni paradossali come quella tutta veneta dove la stessa persona, Silvano Vernizzi, è a capo di società ed enti che presentano grandi progetti per i quali è necessaria l’approvazione della Commissione regionale VIA presieduta da Vernizzi stesso».

 

BACKGROUND

 

CAVA MORGANELLA

 

Il progetto di escavazione della Cava Morganella era stato presentato nel 2008 dall’associazione temporanea di imprese “Biasuzzi Cave S.p.A. – Calcestruzzi S.p.A. – Superbeton S.p.A.” alla Regione Veneto per continuare a scavare sul fondo nei comuni di Ponzano Veneto e Paese (TV). Il progetto, definito dai proponenti “di riqualificazione ambientale e urbanistica”, prevede un approfondimento della cava sotto falda dagli attuali 40 metri a ben 60 metri, per un totale di 6.400.000 metri cubi di ghiaia estratta. Le operazioni di ulteriore estrazione di materiali inerti avverrà totalmente sotto la falda acquifera, da tempo affiorata come dimostra il lago creatosi dalle dimensioni di circa 500.000 metri quadri (VIDEO del 2009).

 

Già da Presidente del Gruppo Paeseambiente, nel 2008, Zanoni aveva presentato osservazioni contro il progetto, che nel 2011 la Commissione VIA aveva fatto proprie: «Tra i motivi che portano a ritenere la decisione scellerata c’è sicuramente il problema delle due discariche confinanti alla cava, con particolare riferimento alla tenuta delle loro scarpate e al fenomeno di contaminazione da percolati del lago della cava Morganella (che è la falda acquifera affiorante messa a nudo dai cavatori). E ancora: le escavazioni registrate oltre il limite consentito in seguito ai controlli effettuati sulla cava; il monitoraggio dei pozzi di acqua potabile privati e pubblici in direzione di Treviso e Paese sino ad una distanza di un chilometro; la presenza di materiali diversi sul fondo cava che devono essere estratti e destinati altrove; il monitoraggio qualitativo della falda acquifera, la questione della contaminazione delle falde acquifere differenziate e separate da strati di materiale cementato impermeabile: scavare la ghiaia sino ad una quota di 60 metri di profondità significa mettere in comunicazione falde acquifere diverse, diffondendo l’inquinamento cronico di quelle più superficiali verso quelle sottostanti».

 

Il 7 maggio 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea affinché venisse fermato il progetto dell’ulteriore escavazione tra i comuni di Ponzano Veneto e Paese (TV) e per verificare se il progetto di nuova escavazione della cava Morganella mettesse a rischio la tutela delle acque superficiali e sotterranee della zona destinate al consumo umano, violando in questo modo la Direttiva Acque 2000/60/CE.

 

Il 28 giugno 2012, il Commissario all’Ambiente UE, Janez Potočnik, in risposta, ha sottolineato l’obbligo per gli Stati membri di “adottare misure volte a prevenire il deterioramento dello stato dei corpi idrici sotterranei e di superficie” e il deterioramento “dovuto alla realizzazione di nuovi progetti è tollerato soltanto se si rispettano le condizioni stabilite dall’articolo 4, paragrafo 7 della Direttiva Quadro sulle Acque” tra le quali un prioritario interesse pubblico dell’opera (TESTO RISPOSTA).

 

DISCARICA BIASUZZI

 

Dal 1999, l’area della discarica della ditta Biasuzzi a Ponzano Veneto (TV) è stata interessata da franamenti della scarpata prospiciente il laghetto della cava Morganella. Solo nel giugno 2012, dopo 13 anni, sembra sia stato eseguito l’intervento di messa in sicurezza, anche se ad oggi non è stata ancora presentata la dichiarazione di fine lavori e collaudo.

 

Il 14 gennaio 2004 il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Volpago del Montello (TV), ha accertato la presenza di rifiuti non conformi presso la discarica di rifiuti inerti della Biasuzzi Cave Spa e le successive analisi dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) sui campioni rilevati, avrebbero confermato in particolare la presenza di piombo, nonché di cromo e arsenico.

 

La Provincia, il 16 giugno 2004, ha comunicato alla ditta Biasuzzi la sospensione cautelativa dell’autorizzazione allo smaltimento dei rifiuti inerti rilasciata nel 2000. La Procura di Treviso ha inoltre avviato un procedimento penale per la violazione delle norme contenute nel decreto legislativo numero 22 del 1997, noto come Decreto Ronchi sui rifiuti. Detto procedimento ha portato nel 2005 Fabio Biasuzzi e il responsabile della discarica ad una condanna del giudice Silvio Maras del Tribunale di Treviso per una sanzione pari a 6.456 euro per i rifiuti non conformi rinvenuti dal Corpo Forestale dello Stato nella discarica.

 

Nel 2004, la Provincia di Treviso ha richiesto la ricomposizione ambientale della discarica con il decreto n. 968 e con il decreto n. 508 del 29 ottobre 2010 ha autorizzato il progetto di ricomposizione ambientale fissando il termine per la presentazione di fine lavori e collaudo al 31 dicembre 2011. Il parere favorevole espresso il 4 ottobre 2010 dalla Commissione Tecnica Provinciale per l’Ambiente prescriveva anche che il progetto doveva essere realizzato entro un anno dalla data dell’atto di approvazione.

 

Con decreto n. 689 del 27 dicembre 2011 la Provincia concedeva invece 180 giorni di proroga. Il 30 luglio 2012, con decreto n. 380 arrivava un’ulteriore proroga di 180 giorni, fissando il 31 dicembre 2012 come termine ultimo per la presentazione della dichiarazione di fine lavori e collaudo funzionale della messa in sicurezza permanente e della chiusura della discarica, motivando lo slittamento con il fatto che “non era stata ancora completata la copertura finale della discarica, operazione che, salvo incognite legate principalmente alle condizioni meteorologiche, non dovrebbe richiedere più tempo di quanto ad oggi concesso”.

 

Dal 15 giugno 2012, data del sopralluogo durante il quale è stato verificato lo stato dei luoghi con riferimento al progetto approvato, al 31 dicembre 2012, data di scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di fine lavori e collaudo, sono trascorsi 138 giorni lavorativi, dei quali solo 36 con precipitazioni rilevate nel comune di Ponzano.

 

Nel 2001 questa discarica è stata utilizzata anche dalla Mantovani Costruzioni Spa che vi ha portato le terre di bonifica da Marghera (VE). La stessa Mantovani Spa, oggi decapitata dei vertici al termine delle indagini per tangenti, condotte dai nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia e Padova.

 

 

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