La Regione del Veneto ha approvato il nuovo calendario venatorio per la stagione di caccia 2023/2024 senza tenere in considerazione quanto chiesto dall’ISPRA, l’agenzia governativa scientifica, per tutelare le specie di fauna selvatica già minacciata dai cambiamenti climatici e dall’agricoltura intensiva.
Viene prevista la caccia a specie di uccelli migratori in forte declino e ormai rari come il Combattente e la Moretta.
Viene aperta la caccia il 17 settembre anziché l’1 ottobre per Starna, Fagiano, Quaglia, Tordo bottaccio, Cesena, Tordo sassello, Germano reale, Alzavola, Canapiglia, Codone, Fischione, Mestolone, Folaga, Gallinella d'acqua, Porciglione, Beccaccia, Beccaccino, Frullino, Moriglione e Marzaiola.
Non solo: la Tortora selvatica, specie in declino in tutta Europa e meritevole di tutela, viene cacciata addirittura in preaperura, il 2 e 3 settembre, con tre settimane di anticipo rispetto all’apertura di legge.
E ancora: si cacciano i Turdidi sino a fine gennaio invece di fermarsi al 31 dicembre. Mentre per gli acquatici si prevede la caccia per tutto il mese di gennaio quando ISPRA ne chiede la chiusura.
Infine non viene previsto il divieto di caccia nei valichi montani.
Sembra proprio che l’assessore regionale Corazzari abbia dimenticato tutte le batoste prese lo scorso anno dal TAR del Veneto che su ricorso delle associazioni ambientaliste aveva bloccato a piu’ riprese preapertura e calendario.
Purtroppo anche quest’anno la giunta Zaia non ha saputo legiferare con giudizio ed equilibrio, senza considerare le esigenze di tutela della fauna selvatica, preferendo assecondare le istanze del mondo venatorio e dimenticando che la fauna selvatica è patrimonio di tutti.
Andrea Zanoni
Foto: esemplare di Combattente maschio (J. Peruzzo)