“La legge regionale per la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo (n. 60/1993) prevede con una disposizione del 2014 che 'al proprietario o al detentore, anche temporaneo, di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare'. E assegna alla Giunta il compito di emanare apposite indicazioni tecniche riguardanti le strutture e le recinzioni di ricovero dei cani e dei gatti e le modalità di custodia degli animali di affezione. Eppure, a distanza di così tanti anni, quest'obbligo non risulta assolto”.
A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni che ha presentato un'interrogazione in merito.
“È l'ennesimo atto che mi ritrovo a mettere sul tavolo della Giunta. Già nel 2016 avevo chiesto lumi, avendo come risposta la promessa che sarebbe stata predisposta 'una proposta contenente delle indicazioni di minima e di massima rispetto alle dimensioni dei ricoveri per cani, in modo da permettere al Consiglio una accurata valutazione di merito'. Promessa non mantenuta, perché nel luglio 2018 ho dovuto richiedere a che punto stavano le cose, sia con una lettera all’Unità organizzativa veterinaria e sicurezza alimentare, sia con una nuova interrogazione alla Giunta. Ora siamo all'ennesimo capitolo di questa saga”.
Zanoni chiede quali siano i motivi di “questo inspiegabile e grave ritardo negli adempimenti previsti dalla legge regionale n. 60/1993 e quando intenda darvi attuazione. Dalle varie province del Veneto da anni continuo a ricevere richieste di cittadini che non sanno come realizzare i recinti, siamo ormai al caos perché ci sono molti comuni con degli appositi regolamenti hanno definito le dimensioni dei recinti andando in ordine sparso mentre la maggior parte non ha nessuna norma di riferimento, un caos ingenerato dalla ormai grave omissione della Giunta regionale da nove anni dormiente e gravemente inadempiente”
