In una recente seduta della Commissione Ambiente è stato analizzato lo stato delle procedure di infrazione dell’UE che interessano la Regione del Veneto a causa della violazione delle norme europee.
In totale sono otto: tre riguardano le acque reflue, una il rumore ambientale, due la qualità dell'aria e due le aree protette di rete Natura 2000. Sono tutte in itinere ma quella concernente la qualità dell'aria, è nella fase del dopo condanna della Corte di Giustizia con il calcolo dell'entità della sanzione.
Da ricordare che l'inquinamento atmosferico che sfora da decenni i limiti di legge è determinato da traffico, allevamenti intensivi, riscaldamento a biomassa, fuochi all'aperto e industria.
Per i siti Rete Natura 2000 siamo indietro anche per il rispetto degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU, sulla tutela della biodiversità: il Veneto infatti è da bollino rosso.
Emblematico il ritardo della tutela dell'area di mare che fronteggia il Delta del Po, utile a proteggere le specie del delfino Tursiope e della Tartaruga marina.
Dovevamo investire risorse, a partire dal Piano Aria, invece di pagare infrazioni.
Mentre i pediatri lanciano allarmi, Zaia non vuole mai prendere misure impopolari ma estremamente necessarie. Così ci troviamo cornuti e mazziati. Dobbiamo pagare le infrazioni all'UE, e tenerci i rischi per la salute e l'ambiente.
Cosa ci possiamo aspettare in tema di rispetto delle norme da un presidente che in tema di tutela dell'aria fa di tutto per caricare di infrazioni e sanzioni i cittadini veneti?
Lui in piena zona arancione di allerta smog, con i pediatri che lanciavano allarmi, i sindaci che si inventano i giochi di luce per evitare gli inquinanti falò tradizionali, bruciava i Panevin … e al tempo stesso mandava in fumo i soldi pubblici.
Andrea Zanoni
FOTO: TRIBUNA DI TREVISO, MATTINO DI PADOVA, LA NUOVA VENEZIA, IL CORRIERE DELLE ALPI DEL 17/04/2023
