ANDREA

ZANONI

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Ecco perché celebrare la giornata internazionale della donna

L’8 marzo è la celebrazione di un fatto grave e non goliardico. Oggi serve a ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Insomma non è e non deve essere una mera occasione per regalare fiori e fari auguri.

 

Celebrare questa ricorrenza deve servire a fermarsi e a riflettere su quanto deve ancora essere fatto per garantire alle donne parità in tutto, a iniziare dal diritto al lavoro e alla parità di trattamento. In Italia le donne vengono ancora troppo spesso viste come lavoratrici di serie B, da assumere dopo i colleghi uomini e in ogni caso da pagare meno. L’8 marzo serve per sottolineare l’assurdità di questa posizione.

 

In Europa stiamo cercando di fare il massimo per stabilire leggi a livello comunitario che proibiscano all’origine ogni forma di discriminazione. Non è un compito facile perché quando si tratta di lavoro ogni Paese Ue vuole mantenere piena autonomia, specie quelli liberali del Nord Europa. La differenza è che in Svezia una donna ha la strada spianata, in Italia No. L’8 marzo serve per abbattere queste differenze tra le donne europee.

 

Di parità di genere e di quote rosa se ne parla spesso, ma in fondo nulla, o molto poco, cambia. Per abbattere le discriminazioni di genere sul lavoro bisogna fornire il sistema di quelle strutture e risorse indispensabili a togliere gli ostacoli sul percorso professionale di una donna. Condivisione dei servizi, rimodulazione degli orari dei mezzi pubblici, delle scuole e degli asili sono solo alcuni esempi di come rendere la vita professionale conciliabile con quella di madre di famiglia. L’8 marzo serve per passare dalle parole ai fatti.

 

E poi le violenze, anche sul lavoro. Le cifre italiane fanno paura. Se le donne italiane subiscono troppo spesso vessazioni e violenze il problema è prima di tutto culturale ma anche indice di una mancanza di strumenti volti a proteggere le donne e contrastare con la massima incisione i responsabili di questi atti. L’8 marzo serve per dire basta a queste assurdità.

 

Solo per queste, e per tante altre ragioni, ha senso celebrare la giornata internazionale della donna, fino al giorno in cui non servirà più perché tutte le discriminazioni e violenze saranno state combattute e dimenticate. Mi auguro che quel giorno arrivi presto.

 

Andrea Zanoni

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