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Zanoni, Zottis e Camani (PD): “Sicurezza sul lavoro, il nuovo Piano rimedi agli errori del precedente”

“L’augurio è che il nuovo Piano strategico per la sicurezza sul lavoro dia risultati migliori rispetto al precedente perché abbiamo numeri indegni di un Paese civile. 105 vittime solo nel 2021 il 22% in più rispetto all’anno precedente, in controtendenza col resto d’Italia”. L’auspicio arriva da Andrea Zanoni, Francesca Zottis e Vanessa Camani, consiglieri regionali del Partito Democratico, in merito al Piano strategico 2021-2023 approvato ieri dalla Giunta.

“L’aumento dei controlli e delle attività di prevenzione deve essere reale e non sulla carta, mandando un segnale chiaro che è anche culturale: la sicurezza sul lavoro è una priorità. È sicuramente positivo l’ampio coinvolgimento delle parti sociali, che però deve proseguire nella fase operativa del piano. Scendendo nel dettaglio – dice Zanoni – vogliamo capire come saranno reinvestiti i soldi delle sanzioni connesse all’emergenza Covid, oltre sette milioni di euro. Resta poi cruciale avere una situazione chiara degli addetti ai servizi di prevenzione: i 30 aggiunti lo scorso anno devono essere effettivi, non in sostituzione di chi ha cambiato Regione o è andato in pensione. E lo stesso vale per l’ulteriore incremento del 10%, 25 unità, previsto dal nuovo piano. Attendiamo di sapere dove verranno assunti, con una precisa mappatura suddivisa per province. Infine, guardando all’immediato, è importante avere un occhio di riguardo per i controlli nell’edilizia visto che con l’incremento di cantieri legati al Superbonus e i tempi ristretti per l’esecuzione dei lavori, il rischio incidenti può aumentare”.

“Per quanto riguarda il personale Spisal – aggiungono Zottis e Camani – sarebbe fondamentale rivedere i piani delle performance: non sono stati fissati obiettivi precisi e adeguati alla situazione di pericolo nelle aziende, con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, non solo per quanto riguarda gli incidenti mortali. Inutile parlare di qualità quando non si attivano monitoraggi adeguati. Controlli, monitoraggio e formazione dovrebbero essere tasselli che si integrano tra di loro. Aver mischiato la parte preventiva e quella repressiva nel nome di una presunta maggiore efficienza è stato un errore. E questa situazione si trascina da anni, ben prima della pandemia. Così come è stato sbagliato dirottare molti dei nuovi addetti alle attività di contact tracing, riducendo ulteriormente le attività di controllo in aziende e cantieri. Adesso si corre ai ripari, ma in modo insufficiente e tardivo”.

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