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Caro bollette – Zanoni (PD): “Tempi, costi e sicurezza: il nucleare non è la soluzione. Zaia favorevole? Dica dove realizzerebbe una centrale in Veneto”

Venezia, 17 febbraio 2022

“Il nucleare è una soluzione che rispunta fuori a ogni crisi energetica come improbabile cura. Zaia è favorevole? Bene, dica anche dove costruirebbe una centrale in Veneto”. È netta l’opposizione del consigliere del Partito Democratico Veneto Andrea Zanoni all’apertura di ieri del presidente della Regione per contrastare il ‘caro bollette’. “Imprese e famiglie devono fare i conti adesso con l’impennata dei prezzi, hanno bisogno di risposte immediate, non di demagogia. Proporre il nucleare significa prenderle in giro, perché parliamo di tempi lunghissimi. Senza considerare che i cittadini hanno già espresso la loro contrarietà due volte con altrettanti referendum”.

 

“Per realizzare e mettere in funzione un impianto in Italia servirebbero almeno 20 anni, quando il mondo sarà totalmente cambiato – insiste Zanoni – Dobbiamo spingere al massimo sulle rinnovabili, a partire dal fotovoltaico: un’energia pulita e a chilometro zero. Abbiamo migliaia di tetti di case e di capannoni vuoti, con i vecchi pannelli riciclabili al 100%: occorre puntare con decisione su questa strada. Investimenti nella produzione di energia green possono favorire, come già dimostrato, anche il rilancio delle imprese. Nella scorsa legislatura avevamo promosso uno studio ‘Veneto 100% sostenibile’ in cui si dimostrava che l’obiettivo di un Veneto totalmente sostenibile, rinnovabile ed efficiente, con zero emissioni di anidride carbonica entro il 2050 era possibile, intervenendo anche sulla produzione energetica”.

 

“Abbiamo criticato l’inserimento del nucleare tra le energie sostenibili deciso dalla Commissione Ue perché ci sono problemi ambientali oggettivi non indifferenti, pensiamo ai disastri di Chernobyl e Fukushima. Guardiamo alla Germania che con una scelta lungimirante ha chiuso i propri impianti facendo registrare un boom delle rinnovabili. Anche la nuova centrale attivata a fine 2021 in Finlandia, con 12 anni di ritardo e costata 8,5 miliardi di euro anziché i 3,2 iniziali, era stata progettata nel secolo scorso: è di terza generazione, però con una tecnologia ‘vecchia’, a fissione come le altre in funzione oggi. Davvero è questa la via maestra suggerita dal presidente della Regione per il nostro approvvigionamento energetico? E in ogni caso sarebbe interessante sapere l’eventuale collocazione di una centrale: in passato era stato ipotizzato il Polesine visto che c’è bisogno di tanta acqua. Dubito farebbero i salti di gioia e magari potrebbero provocatoriamente proporre l’area del Piave o delle Colline Unesco del Prosecco. Ma sono certo che Zaia avrebbe la soluzione per non scontentare nessuno: costruitela ovunque, ma non in Veneto”.

 
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