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Zanoni (PD): “Veneto popolo di affumicati: ancora sforamenti record di Pm 10 è la conferma dell’assoluta inefficacia del Piano aria”

“È incredibile che l’assessore Bottacin sottolinei con enfasi il miglioramento dei dati sull’inquinamento dell’aria in Veneto, quando nell’ultimo fine settimana abbiamo avuto una serie di sforamenti record, più di 100 microgrammi per metro cubo in tutte le province di pianura, più del doppio del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana. A fronte del limite di legge dei 50 ug/mc di Pm 10, domenica le centraline hanno registrato tutti valori fuorilegge: Belluno 54, Padova 181, Rovigo 172, Treviso 185, Venezia 188, Verona 132, Vicenza 157. E quali sono le misure prese dalla Regione per affrontare questa situazione di emergenza? Al di là delle parole è stato fatto poco o niente, un immobilismo che danneggia i veneti, che stanno diventando un popolo di ‘affumicati’”.

Ad affermarlo è il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini, partendo dai numeri del weekend diffusi da Arpav, con i limiti superati ovunque. “Questa è la dimostrazione lampante dell’inefficacia del Piano aria della Regione – prosegue il consigliere Pd – Tante, tantissime pagine ma pochi, pochissimi fatti. Nel 2016 in tutta Italia sono stati 32 i capoluoghi di provincia che hanno superato la soglia dei 35 giorni annui per lo sforamento di polveri sottili e ben sei sono concentrati in Veneto. La situazione è grave e nota da tempo: una condanna dalla Ue per violazione della Direttiva sulla qualità dell’aria nel 2012 e una nuova procedura di infrazione aperta due anni dopo, c’è stato l’allarme dell’Agenzia Europea Ambiente con circa 91mila morti premature riconducibili all’inquinamento dell’aria a livello nazionale (dato del novembre 2015) e ancora uno studio universitario su bambini tra sei e otto anni in varie parti d’Italia secondo cui il troppo smog provocherebbe mutazioni nel Dna in un caso su due. Questo Piano poteva andare bene 50 anni fa. Oggi è totalmente inadeguato. Di fronte a queste considerazioni servirebbe un forte cambio di rotta da parte della Regione che risponde invece con un Piano delle energie rinnovabili debole, oggi in votazione in aula, che nasce già vecchio. Anziché investire su fonti pulite e investire in tecnologia, si preferisce bruciare biomasse con ciò che ne consegue in termini di polveri sottili e, a ruota, per la salute dei veneti. Zaia dovrebbe pensare a quelle che sono le vere priorità ed emergenze, altro che sanzioni a chi disturba la caccia e bilinguismo”.

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