Venezia, 28 agosto 2019
“Quando verrà attivato anche in Veneto il 112, il numero di emergenza unico europeo? Ci sono degli ostacoli che stanno ritardando le operazioni? L’ultimo aggiornamento della Regione risale ormai a giugno 2018, da allora solo silenzio”. A chiedere spiegazioni, con un’interrogazione di cui è primo firmatario e sottoscritta da ben undici colleghi, è il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni.
“La sperimentazione è finita da tempo, la Legge Madia, che istituisce il 112 su tutto il territorio nazionale con Centrali operative regionali (Cur), risale al 2015: cosa dobbiamo attendere ancora? Zaia continua a chiedere l’autonomia su 23 materie, ma è un falso problema, un’arma di distrazione di massa: dove può agire subito, senza ostacoli, infatti resta fermo. Di esempi sull’efficienza veneta ne possiamo fare tanti, pensiamo alla riforma delle Ipab, attesa da oltre 18 anni: siamo l’unica Regione insieme alla Sicilia ancora inadempiente.
Qua si continua impunemente a prendere in giro i veneti”, accusa Zanoni prima di entrare nel dettaglio del numero unico di emergenza. “Il servizio è operativo in Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia orientale, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, nel 2020 verrà esteso a Toscana, Marche, Umbria, Sardegna, Campania e Puglia con l’obiettivo di una copertura totale nel giro di tre anni. Per quanto riguarda il Veneto, invece, tutto tace.
Il 22 giugno 2018 l’assessore alla Protezione civile Bottacin disse che si stava monitorando il funzionamento nelle altre Regioni, per verificare il rispetto dei tempi nella gestione delle emergenze. Da allora sono passati 14 mesi: è possibile fare un bilancio? Con questo ritardo la Regione sta privando le persone di un’importante serie di servizi, fondamentali per accrescere il livello di sicurezza. Ricordo, per esempio, che dove sono operative le Cur, il 112 è raggiungibile anche tramite un’App per smartphone, ‘Where are U’ che consente l’invio automatico dei dati relativi alla localizzazione di chi chiede aiuto, ricavati dal sistema di posizionamento Gps del telefono; è quindi possibile utilizzarla anche se non si è in condizione di parlare, semplicemente selezionando il tipo di soccorso di cui si necessita.
Un servizio utilissimo a cui i veneti non possono ancora accedere. E pensare che per istituirlo non serve alcuna autonomia! Zaia ha vinto le elezioni con lo slogan ‘prima i veneti’: le solite balle, dovrebbe cambiarlo in ‘prima gli altri e veneti per ultimi’”.