Con l’emendamento approvato dal Consiglio Regionale si cancella la Legge regionale del 1978 che tutelava le zone boschive dalle speculazioni imprenditoriali. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «La Regione ha approvato una norma antieuropea, che va contro gli interessi degli stessi agricoltori e minaccia le nostre colline con nuove ingenti quantità di pesticidi e fitofarmaci cancerogeni»
L’8 marzo il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato le nuove disposizioni transitorie in materia forestale, che modificano la definizione di bosco in modo da favorire le zone vitivinicole. L’assemblea di Palazzo Ferro Fini ha votato a favore dell’emendamento al Bilancio regionale proposto dal consigliere leghista Andrea Bassi, che permetterà di trasformare in aree agricole tutte quelle zone fino ad ora considerate boschive dalla Legge Regionale del 1978.
La Legge Regionale del 1978 tutelava le aree boschive, limitando la possibilità di piantumare e di trasformare dunque le colline in vastissimi terrazzamenti. La Giunta Regionale veneta, per rendere operativa la nuova norma, ha 90 giorni di tempo per stabilire le modalità di definizione delle aree boschive da destinarle a coltura.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Con le nuove disposizioni regionali i vigneti minacciano i nostri boschi collinari. Troppi vigneti sono spesso all’origine degli smottamenti a causa dei continui interventi fatti anche con ruspe sulle colline per mettere filari di viti ovunque. La concorrenza nel mondo della viticoltura è spietata, ma c’e’ già troppo terreno coltivato a vigneti, con gravissimi problemi per la salute dei cittadini causati dall’impiego massiccio dei pesticidi».
«In questo modo, la Regione minaccia la nostra biodiversità e il nostro ambiente, incentivando l’industria a cielo aperto dei vigneti moderni al pesticida – ha aggiunto Zanoni – La Lega Nord, con il Governatore Luca Zaia in testa, si è sempre dimostrata molto attenta alle istanze degli “industriali” del prosecco che bramano ormai di speculare anche sul più infimo pezzettino di terreno. Di questo passo, dopo le colline disboscheranno e spianeranno con le ruspe anche le Prealpi, dal Parco Nazionale delle Dolomiti fino alle Tofane di Cortina. La Regione ha dato il via libera a una norma antieuropea, contro gli interessi degli stessi agricoltori, che minaccia le nostre colline con nuove ingenti quantità di pesticidi e fitofarmaci cancerogeni. È un vero e proprio attacco all’ambiente che stride con le direttive impartite dall’Europa per un’agricoltura verde e sostenibile».
BACKGROUND
Il 24 maggio 2012, il Parlamento europeo ha approvato un documento che mira proprio a proteggere la biodiversità e le aree boschive. La relazione Gerbrandy, infatti, “sottolinea la necessità di potenziare la protezione delle foreste dell’Unione europea e di rafforzare i mezzi di prevenzione dei rischi connessi, data l’importanza del capitale naturale rappresentato dalle risorse forestali e dalle qualità ambientali del legno” e “sottolinea l’importanza di un’agricoltura sostenibile, che darebbero luogo a una riduzione dell’uso dei terreni”.
A novembre 2011, Zanoni aveva portato la questione dell’uso dei pesticidi all’attenzione dell’Europa, chiedendo a Catherine Geslain-Lanéelle, Direttrice esecutiva dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare di Parma (EFSA), in commissione Ambiente al Parlamento europeo quali fossero le misure che si sarebbero adottate per contrastare l’utilizzo indiscriminato di pesticidi tossici e nocivi nel trattamento dei vigneti delle colline del trevigiano, a due passi dalle case dei cittadini (VIDEO).
Zanoni, già nel 2010 quando era consigliere provinciale a Treviso, aveva presentato un’interrogazione alla Provincia per chiedere di segnalare i vigneti trattati indicando le precauzioni da adottare, informare la popolazione, promuovere l’utilizzo di metodi biologici nel trattamento dei vigneti del prosecco, effettuare analisi del sangue e delle urine di un campione di residenti nelle aree coltivate a vigneto, identificare le aree sensibili come scuole, asili, abitazioni, regolamentare con precise distanze di sicurezza l’impianto di nuovi vigneti, effettuare studi epidemiologici in riferimento alle patologie tumorali, monitorare le falde acquifere della zona per ricercare eventuali residui dei pesticidi e analizzare a campione i vini al fine di individuare l’eventuale presenza di pesticidi (VIDEO).
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