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Zanoni e Bigon (PD): “Sugli allevamenti intensivi ha ragione il ministro Cingolani, necessaria una svolta green anche nell’alimentazione”

Venezia, 12 marzo 2021

“Le preoccupazioni del ministro Cingolani sugli allevamenti intensivi vanno prese seriamente, a maggior ragione nella nostra regione, poiché nelle pianura Padano-Veneta si concentrano oltre l’85% dei suini e i 2/3 dei bovini di tutta Italia.  Modificare la nostra dieta per proteggere la salute e l’ambiente dovrebbe essere un obiettivo comune, invece c’è già chi lo attacca sguaiatamente”. Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, consiglieri regionali del Partito Democratico, si schierano a fianco del titolare del dicastero della Transizione ecologica, finito nel mirino per alcune dichiarazioni su consumo di carne e allevamenti intensivi. “Ricordiamo che ogni anno in Veneto, per fare un esempio, dobbiamo fare i conti con il problema dello spargimento dei liquami zootecnici che contribuiscono all’aumento del Pm10, in un’area già sufficientemente inquinata. È uno dei motivi per cui siamo finiti sotto la lente d’ingrandimento della Commissione europea”.

 

“Una svolta green nell’alimentazione è assolutamente indispensabile e parlare di criminalizzazione del settore è fuorviante, quando è stata semplicemente ribadita una necessità: diminuire la quantità di proteine animali che assumiamo, sostituendole con quelle vegetali. Anche per una questione di sostenibilità.  L’ultimo rapporto Chatham House, sostenuto dalle Nazioni Unite, ha evidenziato l’importanza di ridare spazio alla natura per mantenere la biodiversità se vogliamo garantire un futuro al pianeta e di come ridurre il consumo di carne in favore delle verdure sia fondamentale per contrastare  la crisi climatica”.

 

“Sui problemi legati agli allevamenti intensivi, dalle condizioni in cui sono costretti a vivere gli animali fino all’abuso nell’utilizzo di antibiotici, non si può fare del benaltrismo dicendo che altrove sono peggiori che in Italia o addirittura del negazionismo. Più studi hanno dimostrato come rappresentino un habitat ideale per la replicazione e mutazione di virus trasmissibili agli esseri umani – avvertono Zanoni e Bigon – La pandemia con cui ci troviamo a convivere da oltre un anno dovrebbe aver insegnato qualcosa. Nessuno sottovaluta l’importanza del settore per il made in Italy e l’export, proprio per questo occorre puntare sulle eccellenze, lavorando a una filiera zootecnica sempre più sostenibile, anziché attaccare chi pone un problema che ogni anno diventa più grave”.

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