Passa in commissione LIBE al Parlamento europeo la Direttiva sul congelamento e la confisca dei beni delle mafie. Adesso iniziano i negoziati con le altre istituzioni Ue. Zanoni: “Sottrarre i patrimoni ai mafiosi è fondamentale per contrastare il crimine organizzato. La mafia non è solo una questione meridionale”
La Commissione LIBE (libertà civili, giustizia e affari interni) ha approvato ieri in tardo pomeriggio la direttiva Ue sul congelamento e la confisca dei beni delle mafie e dei gruppi terroristici. L’eurodeputato ALDE Andrea Zanoni ha partecipato al voto che ha dato il via alla procedura di confronto con le altre istituzioni europee (Commissione e Consiglio). “Si tratta di un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata che negli anni ha allungato le sue mani in tutte le regioni d’Italia e d’Europa”.
La relazione dell’eurodeputata Monica Macovei (popolare, romena) è stata approvata con 46 voti a favore, 7 contrari e tre astensioni. Il testo prevede la confisca anche in assenza di condanna (in caso di morte, di malattia grave o di fuga), il contrasto della fittizia intestazione a terzi e il riutilizzo a scopi sociali dei patrimoni confiscati. Il testo prevede anche un ravvicinamento delle legislazioni nazionali al fine di rendere più facile la cooperazione e quindi rendere possibile un’aggressione europea ai patrimoni criminali.
“Togliere alla criminalità organizzata il proprio patrimonio, frutto dei reati commessi, è una misura fondamentale per contrastarla ed eradicarla dal tessuto sociale dei paesi europei – attacca Zanoni – Si tratta di beni di milioni di euro che possono essere utilizzati a scopi sociali e per ripagare i cittadini dei danni subiti dalle angherie delle mafie”.
Andrea Zanoni ha organizzato diverse conferenze per denunciare le infiltrazioni mafiose in Veneto ad esempio nella gestione dello smaltimento dei rifiuti. “Le ecomafie non conoscono confine. Limitarne il contrasto al solo sud Italia sarebbe sbagliato e riduttivo. Per questo è fondamentale contrastare il fenomeno a livello europeo tramite un’apposita direttiva comunitaria”.
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