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Treviso, processo ai bracconieri. Zanoni: «Scandaloso che la facciano franca con la prescrizione»

Nel Tribunale di Treviso, al processo a carico di nove persone accusate di traffico illecito di uccelli da richiamo svoltosi lo scorso 5 marzo, si è assistito alla prescrizione di tutte le violazioni contestate in materia di caccia. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Il metodo Berlusconi, fatto di cavilli studiati ad arte dagli avvocati e di rinvii di udienze ad hoc, sta salvandoli in parte. Fortunatamente restano in piedi i capi d’accusa più gravi e il processo non è finito. Mi auguro una condanna severa almeno per le imputazioni rimaste. Tra le accuse la vivisezione “fai da te” per il sessaggio dei tordi.»

 

La prossima udienza è fissata per il 20 giugno 2013. Intanto, il procedimento penale a carico di 9 persone in corso al Tribunale di Treviso ha visto prescrivere le violazioni contestate in materia di caccia. Alla sbarra ci sono il responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano (TV), due dipendenti della Provincia di Treviso, e altre sette persone.

Rimangono in piedi le accuse più gravi per traffico illecito di uccelli da richiamo. Dopo lo stop inaspettato del gennaio scorso, dovuto alla richiesta di far tradurre a un interprete le intercettazioni telefoniche in dialetto veneto stretto, e l’intervenuta prescrizione per i capi d’imputazione legati alla caccia, si tornerà in aula il 20 giugno 2013.

 

Le ipotesi accusatorie a carico degli imputati erano diverse: dal maltrattamento di animali, all’abuso d’ufficio (contestato ai due funzionari della Provincia), passando per il furto aggravato (per cui è imputato il responsabile del centro di cattura facendo riferimento agli uccelli che sarebbero stati sottratti al patrimonio faunistico dello Stato).

Il Giudice dell’Udienza Preliminare Silvio Maras, accogliendo il 2 novembre 2011 il patteggiamento a 4 mila euro di multa per un cacciatore, aveva rinviato a giudizio nove persone disponendo però per tutti il non luogo a procedere per l’accusa più grave, quella di associazione a delinquere.

 

Nel febbraio 2008, in seguito a un’inchiesta svolta dal Corpo Forestale dello Stato, si arrivò al sequestro del centro di raccolta di Cordignano. Il responsabile del centro, con il benestare dei dipendenti della Provincia che avrebbero avuto il compito di eseguire i controlli, aveva a disposizione una quantità illecita di uccelli da richiamo da rivendere al mercato clandestino.

 

Gli imputati avevano organizzato un vero e proprio laboratorio clandestino di vivisezione artigianale dei Tordi da richiamo, dove eseguivano l’inumana pratica del sessaggio sui volatili per selezionare i maschi, i soli utilizzabili nella caccia. Attraverso un’operazione chirurgica senza anestesia e con una mortalità fino a 70 per cento, con questa illegale e criminale tecnica si verifica il sesso dell’esemplare, uccidendo immediatamente le femmine.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento europeo, ha affermato: «È scandaloso che siano cadute le accuse propriamente legate al reato di bracconaggio per l’intervento della prescrizione. Questo vergognoso risultato è frutto del metodo Berlusconi, che sta salvando in parte gli imputati e sta mandando in fumo il faticoso lavoro del Corpo Forestale.  È gravissimo che, a causa dei tempi lunghi della giustizia italiana, la maggior parte dei reati rischino di andare in prescrizione, mandando in fumo il lavoro delle Forze dell’Ordine. Questo sistema giudiziario lentissimo, ma soprattutto le sanzioni della legge sulla Caccia 157/92 che si prescrivono in soli tre anni, invece di funzionare da deterrente nei confronti di mascalzoni e bracconieri diventano quasi un incentivo perché, alla fine, i colpevoli hanno buone probabilità di farla franca. Fortunatamente i reati più gravi restano in piedi e si proseguirà il processo. Mi auguro che si arrivi a una condanna esemplare».

 

BACKGROUND

 

I nove imputati al processo al Tribunale di Treviso, tra cui due dipendenti pubblici una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito e tra le altre accuse c’erano quelle connesse alla cattura, detenzione e commercio di uccelli migratori e fauna selvatica, nel contesto delle autorizzazioni della provincia di Treviso (Giunta Muraro) dei famigerati roccoli, per fatti accaduti tra il 2007 e il 2009.

 

I roccoli sono impianti dove con le reti da uccellagione, mezzi di cattura severamente proibiti dalla Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, vengono catturati i piccoli uccelli migratori  per consegnarli ai cacciatori, per essere poi utilizzati come richiami vivi nella caccia da appostamento, ovvero detenuti per sempre in gabbie talmente piccole da non poter mai più aprire nemmeno le ali (VIDEO).

 

Il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi (i soli utilizzabili nella caccia) quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa.

 

Per capire come funziona il commercio illegale basta vedere questo VIDEO dove vengono inanellati con anelli contraffatti uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi nel mercato.

 

In merito Zanoni ha depositato una interrogazione-denuncia alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2012 (TESTO INTERROGAZIONE). Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 ha sottolineato che “ai sensi della direttiva 2009/147/CE (direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’UE, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”. (TESTO RISPOSTA)

 

Tra i tanti animali vivi, morti, maltrattati o vivisezionati rinvenuti dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Treviso, tra il roccolo Cordaz di Pianai di Cordignano (TV), le residenze di Vittorio Veneto (TV) e un ristorante di Caneva (PN), c’erano Fringuelli, Verdoni, Crocieri, Frosoni, Peppole, rarissimi Beccofrosoni, Poiane, Picchi Rossi maggiori, il rarissimo Picchio Nero, Tordi Bottacci, Tordi Sasselli, Cesene, Faine, Scoiattoli, Prispoloni, Allodole, Colombacci.

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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