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Progetto Mose, la BEI controlla la gestione dei fondi europei

Il Commissario UE all’Ambiente risponde alla seconda interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sull’utilizzo dei fondi europei stanziati per il progetto Mose a Venezia: la Banca europea degli investimenti ha contattato le autorità italiane per ottenere informazioni. 

Zanoni: “Evitare che quasi un miliardo di fondi europei finisca in attività illecite”


“I servizi interni della Banca europea degli investimenti (BEI) preposti alle indagini hanno contattato le autorità giudiziarie e di polizia italiane per ottenere maggiori informazioni sul procedimento in corso (indagini della Magistratura, nda) e, in particolare, per stabilire se esso incida anche sui lavori effettuati nell’ambito del progetto finanziato dalla BEI (le paratoie contro le inondazioni, note come progetto MOSE)”. È la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sull’utilizzo dei fondi europei stanziati per la realizzazione del progetto MOSE alla luce dell’indagine della Magistratura sul Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato italiano incaricato dal 1983 della realizzazione del progetto MOSE.

 

Per quanto riguarda il possibile futuro mancato funzionamento dell’opera e le possibili modifiche in corso al progetto chieste da Zanoni, il Commissario Ue fa sapere che “spetta alle autorità nazionali decidere in merito a eventuali modifiche del progetto”.

 

Non possiamo permettere, ancor più in tempo di crisi, che quasi un miliardo di euro di fondi europei finisca in attività illecite e in un progetto sul quale fioccano i dubbi di funzionalità e rispetto dell’ambiente – attacca Zanoni – Per quanto mi riguarda, continuerò a stare al fianco di cittadini, comitati e associazioni preoccupati per questa grande opera e per tutte le conseguenze che ne possono derivare”.

 

Questa richiesta di informazioni da parte della BEI si aggiunge all’indagine avviata dalla Commissione europea il 27 settembre scorso in seguito alla prima interrogazione di Zanoni sulla possibile violazione degli indirizzi comunitari sul monitoraggio indipendente della realizzazione del progetto Mo.S.E. (scippato all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA a vantaggio della Regione Veneto).

 

NOTE

 

Nel corso dell’estate 2013 il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato italiano incaricato dal 1983 della realizzazione del progetto MOSE, è stato coinvolto direttamente in una clamorosa indagine per capi d’imputazione quali corruzione, concussione, turbativa d’asta e vari reati fiscali.

 

L’indagine, che ha condotto all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari per ragioni d’età all’ottuagenario dimissionario presidente dell’ente e che coinvolge ben 32 indagati, sembrerebbe portare allo scoperto l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere assurta a sistema dedita alla distrazione di risorse destinate alla realizzazione dell’opera mediante costituzione di “fondi neri” grazie a false fatturazioni e manipolazioni dei prezzi. Tale denaro sarebbe poi stato in parte utilizzato per finalità corruttive attraverso la dazione di tangenti a esponenti bipartisan del mondo politico-istituzionale per la creazione di consenso attorno all’opera (da “Il Gazzettino” del 23.07.2013). Nel febbraio 2013, inoltre, una precedente indagine aveva condotto all’arresto per addebiti analoghi del Presidente del CDA di Mantovani S.p.A., la maggiore tra le imprese consorziate (da “La Nuova” di Venezia e Mestre del 28.02.2013).
 
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