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Percorso ciclo-pedonale lungo il fiume Monticano (TV). Zanoni: “Basta cemento inutile in Veneto”

L’eurodeputato ALDE Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea sul progetto di percorso ciclo-pedonale “GiraMonticano”. “Cittadini e associazioni lo giudicano inutile e pericoloso. Cementificare l’argine del fiume Monticano non fa altro che accrescere l’impermeabilità del suolo e aumentare i rischi di alluvione”

 

Basta cemento in Veneto, ogni anno il rischio alluvioni diventa più preoccupante in tutta la regione”. E’ il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, che ha presentato oggi un’interrogazione alla Commissione europea in merito alla prossima realizzazione del percorso ciclo-pedonale “GiraMonticano” in Provincia di Treviso. “Gli esperti dicono che la cementificazione della sommità dell’argine del fiume metterà a rischio la sicurezza idraulica della zona interessata. Il Veneto è stato colpito già da troppe alluvioni negli ultimi anni a causa della continua impermeabilizzazione del terreno”.

 

Sotto accusa il percorso ciclo-pedonale denominato “GiraMonticano” (il costo complessivo dell’opera è pari a € 882.000) che avrà una lunghezza pari a circa 25 chilometri, 16 dei quali sulla sommità dell’argine del fiume che sarà ricoperto con “materiale stabilizzato”, consistente in un impasto di materiali cementizi, costruendo una pista larga 120 centimetri (dei quali appena 80 effettivamente praticabili) e profonda 25 centimetri. L’area interessata dal progetto, infine, è tutelata all’interno di Rete Natura 2000 ai sensi di quanto previsto dalla direttiva Habitat 92/43/CEE.

 

Cittadini e associazioni ambientaliste ritengono l’opera inutile, costosa e soprattutto pericolosa – attacca Zanoni – Una ricerca del dottor Michele Zanetti, naturalista, evidenzia come gli argini del fiume svolgano la primaria ed essenziale funzione di contenere le acque in occasione di fenomeni di piena. Coprirli di cemento equivarrebbe a indebolirne la struttura, con conseguente incremento del rischio di alluvione nell’area, anche alla luce di quanto prescritto dalla direttiva Ue Alluvioni 2007/60/CE”.

 

E poi i problemi di sicurezza inerenti al progetto della piste stessa, visto che la scelta di costruire sulla sommità dell’argine non consente l’installazione di tutte le opportune strutture di protezione”, aggiunge l’eurodeputato.

 

Vista l’irrefrenabile voglia di molte autorità locali venete di spargere cemento sul nostro territorio in sfregio dei rischi di alluvione che ogni anno diventano più preoccupanti, ho chiesto alla Commissione europea di prendere posizione su questo progetto e se lo stesso abbia ricevuto un finanziamento europeo – conclude Zanoni – Da anni ormai, di fronte a queste calamità naturali si assiste alla caccia al colpevole e alle promesse di interventi decisivi. Poi quando si devono approvare interi piani regolatori o singoli progetti come questa pista ciclabile, si autorizza la continua cementificazione del territorio e tutti i buoni propositi e i ricordi dei disastri si sciolgono come neve al sole”.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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