(Arv) Venezia 7 set. 2023 – “Il crac del Consorzio OPO-OrtoVeneto, che sarebbe stato messo in liquidazione coatta con un decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy su segnalazione di Confcooperative, per mancati pagamenti di mensilità e tredicesime, omesso versamento dei contributi, e atti di pignoramento, numerosi decreti ingiuntivi e atti di precetto, rischia di mettere in ginocchio decine di produttori ortofrutticoli trevigiani, in particolare quelli appartenenti alla filiera del radicchio e a quella dell'asparago”. Lo dicono, in una nota congiunta, Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo, e Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, che hanno depositato un'interrogazione dal titolo “Come intende agire la Regione sul caso Opo-Ortoveneto e come intende tutelarsi per evitare di finanziare soggetti a rischio fallimento?”.
“La dimensione di tale Consorzio e del relativo debito (si parla di un buco da 20 milioni di euro) è tale da far temere – osservano Ostanel e Zanoni – che tutto il mondo agricolo veneto, in particolare quello trevigiano, possa avere delle ripercussioni. A partire, quel che ci preoccupa maggiormente, dal Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, che nel 2022 ha partecipato con 600mila euro al tentativo di ricapitalizzazione di Opo-Ortoveneto. Auspichiamo che l'assessorato regionale competente non si limiti ad alzare le spalle, invocando le fluttuazioni del mercato, i margini risicati della grande distribuzione o le incognite climatiche, ma preveda di mettere in campo strumenti e sinergie per aiutare i singoli produttori a rimanere operativi senza venire travolti dal crac dell'organizzazione con sede a Zero Branco”.
“OPO-Ortoveneto – proseguono i due consiglieri regionali di opposizione – sarebbe stato oggetto, negli ultimi 15 anni, di consistenti finanziamenti pubblici ricevuti anche da Avepa. Gli ultimi dei quali, secondo quanto riportato dalla stampa nel 2022, anno in cui veniva fatta la segnalazione del dissesto da parte di Confcooperative. Ci chiediamo come sia possibile che la Regione e i suoi enti controllati, che sono così attenti in determinate circostanze nelle procedure di finanziamento, possano elargire soldi pubblici a realtà con dissesti simili. Ci pare una situazione incongruente, da chiarire e spiegare”. “Pertanto – concludono Ostanel e Zanoni – chiediamo quali azioni la Regione intende intraprendere a tutela delle risorse pubbliche elargite al Consorzio OPO-OrtoVeneto che, evidentemente, non sono state utilizzate per creare volani aziendali o benefici alla collettività. Vorremmo conoscere, anche per evitare che si ripetano situazioni simili, quali strumenti di controllo possiedano e utilizzino la Regione e i suoi Enti strumentali, prima di elargire finanziamenti a fondo perduto a società a rischio fallimento, e se si voglia potenziarli, per scongiurare altri casi OPO-Ortoveneto “.