L’ARPAV scopre rifiuti non a norma nella discarica Terra di Paese: oltre alle fibre di amianto registrate recentemente ora arrivano anche i rifiuti al piombo.

 

Un’analisi del 28 giugno scorso, effettuata su un campione di materiale prelevato nella discarica TERRA di Paese del gruppo Mosole, dal laboratorio dell’ARPAV (Azienda Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale) ha purtroppo rilevato dei parametri fuori legge.

Il campione prelevato ha evidenziato il superamento dei limiti di legge di ben due parametri chimici, il primo è il “piombo disciolto” (rilevati 0,0520 mg/l , limite pari a 0,0500 mg/l), il secondo sono i “solidi totali disciolti – TDS” (rilevati 770 mg/l, limite pari a 400 mg/l).

Dal certificato di analisi dell’ARPAV, il n.94659, risulta che “Le concentrazioni di Pb e TDS nell’eluato del test di cessione, superano i limiti fissati dal D.M. 03/08/05, Tabella 2 per l’accettabilità in discarica per rifiuti inerti”.

Tradotto in soldoni quel rifiuto non poteva entrare nella discarica di inerti di Paese.

“L’ARPAV con questo controllo avvalora la nostra posizione sulla discarica riaperta lo scorso anno per l’arrivo dei rifiuti provenienti da siti contaminati – ha dichiarato Andrea Zanoni capogruppo IDV in consiglio comunale –la discarica va chiusa immediatamente e non doveva essere riaperta. L’assessore all’ambiente rispondendo ad una mia interrogazione in Consiglio Comunale aveva dichiarato che quei rifiuti erano meno inquinati delle terre delle nostre campagne e che sopra potevano nascere i “radici de can”: a questo punto invito l’assessore a mangiarseli lui.

A parte le battute, rivolgo un appello al presidente Muraro affinché chiuda immediatamente la discarica, dopo le 25.000 fibre di amianto a metro cubo rilevate a gennaio non possiamo tollerare anche questo.

Mi chiedo poi dove siano andate tutte quelle fibre, l’azione del vento dove le avrà trasportare e depositate?”

 

Da evidenziare che l’ARPAV, in seguito ad un’analisi dell’aria,  ha verificato l’assenza di fibre di amianto con un campionamento effettuato il 28 giugno scorso, campionamento avvenuto pochi giorni dopo un acquazzone che ha visto una precipitazione di pioggia, registrata da una centralina sempre dell’ARPAV, pari a ben 47 millimetri; senza contare gli irrigatori che la discarica aveva azionato giornalmente.

“L’assessore Piccolotto aveva bollato la metodologia delle analisi che avevano sancito la presenza di amianto come “imprecisa e poco costosa”, ovvero è arrivato a contestare questa metodologia solo quando è stato rilevato l’amianto dell’aria, risulta curioso ed inquietante il fatto che sino a quando le analisi dicevano che non c’era presenza di amianto nell’aria l’ assessore non ha mai criticato la metodologia utilizzata. Comunque tutti sanno quanto incida la pioggia sulla presenza di inquinanti nell’aria, questo vale anche per l’amianto e quindi un’analisi effettuata dopo potenti acquazzoni non può tranquillizzare nessuno. Questa amministrazione doveva fare una sola cosa, evitare di aprire le porte di Paese ad ulteriori carichi di rifiuti provenienti da ogni dove, lo doveva fare intervenendo presso la provincia definita amica perché dello stesso colore politico, lo doveva fare con un ricorso al TAR come aveva fatto la precedente amministrazione. Mi chiedo infine se il comune di Paese abbia informato l’Autorità Giudiziaria affinché verifichi l’eventuale sussistenza dei reati di cui agli articoli 254, 255 e 256 del decreto legislativo n.152/2006, così come previsto dalle procedure di legge in caso di rifiuti non conformi, ovvero non autorizzati, autorità che potrebbe anche decidere il sequestro della discarica.”

 

 

Email: zanoni@ecorete.it – cell. 3479385856

– Facebook: zanoni-andrea@libero.it – Youtube: Andrea Zanoni

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