«La tragedia del Vajont deve essere un monito per non commettere gli stessi errori»

Mercoledì 9 ottobre, ricorre il cinquantesimo anniversario del disastro del Vajont che si stima provocò 1.917 vittime di cui 1.450 a Longarone (BL), 109 a Codissago (BL) e Castellavazzo (BL), 158 a Erto e Casso (PN) e 200 originarie di altri comuni. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Troppe persone sono morte a causa di silenzi consapevoli. Il mio pensiero oggi va a chi vivendo in quella terra si oppose e denunciò per tempo ciò che già si sapeva e si poteva evitare, ma non venne ascoltato. Questa è la lezione che Amministrazioni e Istituzioni dovrebbero tenere a mente: ascoltare i cittadini»

 

Mercoledì 9 ottobre 2013 ricorre il cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont in cui si stima persero la vita 1.917 persone, di cui 1.450 a Longarone (BL), 109 a Codissago (BL) e Castellavazzo (BL), 158 a Erto e Casso (PN) e 200 originarie di altri comuni. Il devastante e preannunciato disastro nel bacino idroelettrico artificiale si verificò per la caduta di una colossale frana dal monte Toc nelle acque del lago sottostante. Il distacco dell’enorme massa rocciosa causò la tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso e il conseguente superamento della diga che provocò una terribile inondazione nella valle.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «Il mio pensiero oggi va alle vittime, ai sopravvissuti e ai famigliari di un disastro purtroppo annunciato. Lo Stato ha recentemente e per la prima volta chiesto “scusa per i silenzi colpevoli, prima; scusa di mancanze e di ritardi dopo”, in occasione della visita del Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. Credo che il modo migliore per scusarsi con un territorio che ancora presenta ferite aperte e con una popolazione che difficilmente nasconde la rabbia per quello che era evitabile sia non dimenticare quanto successo. Il Vajont deve rimanere impresso nelle menti e servire da monito. I cittadini dei paesi colpiti dal disastro sapevano che sarebbe accaduto e lo ripetevano a autorità e amministratori che non ascoltavano. In ballo c’erano troppi interessi. Oggi la situazione si ripete ogni giorno nel nostro Bel Paese: le grandi opere infrastrutturali, gli inceneritori, le centrali a biomassa, i cementifici. I cittadini, i comitati e le associazioni chiedono rispetto per il territorio e tutela per la salute, ma troppo spesso non vengono ascoltati. Ritengo che il segno di maggior rispetto che si possa tributare alle vittime del Vajont sia che le Istituzioni e gli Amministratori a ogni livello non dimentichino il passato e agiscano di conseguenza».

 

Zanoni ha ricordato l’alluvione del 2010 che ha colpito direttamente oltre 200 comuni, 10 mila famiglie con l’acqua in casa, 3 mila imprese danneggiate: «Il nostro territorio e i cittadini meritano  più  sicurezza  idrogeologica. Lo scriteriato sfruttamento del territorio senza il rispetto delle norme ambientali e di sicurezza e la cementificazione selvaggia e irrazionale sono le cause di tragedie umane come quella del Vajont. Purtroppo la speculazione e gli interessi economici prevalgono, oggi come allora, sulla tutela ambientale e sul diritto alla sicurezza dei cittadini. È ora di mettere la parola fine a questa logica, perché solo in questo modo le vittime di cinquant’anni fa saranno in qualche modo risarcite».

 

 

BACKGROUND

 

A novembre 2012, Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sulla commemorazione della tragedia del Vajont, invitando i rappresentanti dell’Unione alle commemorazioni che si terranno quest’anno.

 

L’invito è stato accolto per voce del “Commissario UE per la Cooperazione internazionale, gli Aiuti umanitari e la risposta alle crisi” Kristalina Georgieva. L’organo esecutivo europeo ha risposto sottolineando che è “fondamentale la preparazione alle catastrofi” e concordando sulla gravità della tragedia.

 

Nella mattinata di giovedì 14 febbraio 2013, l’eurodeputato Zanoni, ha incontrato il Sindaco di Vajont (PN) Felice Manarin e quello di Erto e Casso (PN), Luciano Giuseppe Pezzin, oltre alle delegazioni comunali. Zanoni ha effettuato un sopralluogo nelle aree che il 9 ottobre 1963 furono sconvolte dalla devastante inondazione.

 

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