Italia imputata a Bruxelles per le violazioni alla direttiva Habitat

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni: l’Ue accerterà le violazioni ambientali denunciate da WWF e LIPU.

Zanoni: “L’Italia, già maglia nera per infrazioni ambientali, rischia grosso per il continuo depauperamento delle aree naturali e protette

 

 

“Se dall’esame della denuncia di WWF e LIPU emergesse una presunta violazione della direttiva Habitat, la Commissione avvierà un’inchiesta per ottenere ulteriori informazioni dalle autorità italiane”. E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con la quale ha sottoposto all’attenzione di Bruxelles il “dossier sul depauperamento dei siti Natura 2000 e sulla Valutazione di Incidenza in Italia 2013” redatto dal World Wide Fund for Nature (WWF) e Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) BirdLife – Italia. Zanoni: “L’Italia rischia una procedure d’infrazione e pesanti sanzioni economiche visto il continuo depauperamento dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) italiani che rientrano nel programma Rete Natura 2000”.

 

 

L’Italia rischia grosso a causa delle costanti e gravi violazioni della Direttiva Habitat 92/43/CEE commesse dalle autorità competenti in occasione della realizzazione di interventi nelle aree protette, in particolare dell’articolo 6, paragrafo 3, che prevede l’obbligo di redazione della Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) sul progetto di intervento qualora questo possa produrre significative incidenze negative nella zona coinvolta”, spiega Zanoni.

 

 

Il dossier delle associazioni mette in rilievo come l’effettuazione della VINCA venga del tutto omessa e, quando redatta, in genere è estremamente superficiale e contiene gravi errori che purtroppo sono diventati prassi consolidate”, aggiunge l’eurodeputato, che ricorda come “l‘Italia detiene già il triste primato di infrazioni aperte in materia ambientale, ben 29”.

 

 

NOTE

 

 

Il dossier delle associazioni denuncia varie irregolarità nell’effettuazione della Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA): carenza di informazioni sullo stato di conservazione dell’area e sulle sue capacità di recupero, descrizione generica o incompleta dell’intervento nelle sue diverse fasi e opere, assenza di valutazione dell’opzione zero (non realizzazione dell’intervento) e nessuna valutazione di soluzioni alternative. I pareri degli organi coinvolti nella procedura sono spesso lacunosi perché i funzionari addetti sono oberati di lavoro, non sufficientemente preparati o addirittura a causa di ingerenze politico-istituzionali. La carenza e la scarsa efficacia di eventuali strumenti sanzionatori si accompagnano alla previsione di lenti e macchinosi procedimenti al fine di ottenere l’annullamento degli atti amministrativi aventi a oggetto l’intervento che si intende contestare. In attesa dell’esito del procedimento i lavori procedono e l’area viene, a volte irreversibilmente, danneggiata. Senza dimenticare che questi progetti vengono spesso realizzati già in presenza di una gestione non corretta del SIC o della ZPS.

 

 

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