Il mare e le sue risorse sono più importanti della frittura

La Lega Abolizione Caccia plaude ai seppur timidi tentativi europei di contenere il saccheggio del novellame a ridosso della costa.Le deroghe e le scappatoie giuridiche, così come le reti a maglie di pochi millimetri, non hanno mai fatto aumentare pesci e molluschi degli ecosistemi marini. Dunque la LAC non si associa al coro di chi invoca il diritto alla “frittura a tutti i costi”, di fronte all’odierna entrata in vigore del Regolamento comunitario n.1967 del 21/12/2006 per la pesca nel Mediterraneo, che in alto Adriatico vieta entro tre miglia dalla costa l’uso di attrezzi trainati e di reti con maglie inferiori ai 14 o 40 millimetri (a seconda del tipo di pescato). Per le reti da circuizione la dimensione minima delle maglie è 14 mm.; 40 mm nel caso dello strascico. Il saccheggio del novellame sottocosta, come ad esempio nel caso della pesca ai bianchetti, malamente spacciata per pesca tradizionale irrinunciabile, pregiudica in realtà la consistenza di uno dei primi anelli della catena alimentare. Per non parlare del danno ai fondali provocato dalle imbarcazioni turbosoffianti (draga meccanizzata) che operano in Adriatico per estrarre i molluschi, e per le quali il Ministero Politiche Agricole già il 27 maggio scorso ha richiesto alla UE nuove deroghe per le distanze minime dalla costa (vedasi  http://www.federcoopesca.it/normative/1274963913.pdf ). L’economia della pesca, pluri-assistita coi fondi ministeriali (cambio attrezzi, fermo biologico, nuove imbarcazioni, dismissione vecchie licenze, ecc.), deve compartecipare di più alla tutela delle biocenosi marine. “Siamo alle solite – ha dichiarato Andrea Zanoni presidente della LAC del Veneto – dopo quattro anni che si sapeva dell’entrata in vigore di questo regolamento comunitario che cerca di evitare l’estinzione della fauna ittica anche a favore dei pescatori, tutti si strappano le vesti come se nessuno sapesse dell’entrata in vigore delle nuove norme. Le colpe gravi di questo stato di cose sono di questa classe politica che in Veneto non sa pianificare e programmare nulla, in quattro anni si poteva riconvertire e/o allineare gradualmente tutto il settore della pesca alle nuove leggi comunitarie senza gravare sui posti di lavoro.”

Lega per l’Abolizione della Caccia – Sezione del Veneto – Via Cadore 15/C int. 1 – 31100 Treviso – Tel. 347/9385856 e-mail: lacveneto@ecorete.it Web: www.lacveneto.it

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