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Ferriera di Trieste, l’Ue ricorda all’Italia le sue responsabilità

 

Il Commissario Ue Antonio Tajani risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sull’inquinamento della ferriera di Servola (Trieste). Le autorità italiane sono responsabili della valutazione e gestione del rischio e di eventuali indagini epidemiologiche. Zanoni: “Le autorità competenti non perdano tempo, in ballo c’è la salute di migliaia di triestini”.

 

 “L’applicazione delle disposizioni nazionali comprese le misure in materia di valutazione e gestione del rischio degli impianti siderurgici come la Ferriera di Trieste, rientrano nelle responsabilità delle autorità nazionali”. E’ la risposta del Commissario Ue all’Industria Antonio Tajani all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sulla concentrazione di particelle inquinanti e percentuali di tumori registrate nella zona della ferriera di Servola (Trieste). Zanoni: “Le autorità italiane si assumano le proprie responsabilità. Ai cittadini della zona e agli ex dipendenti della struttura va assicurata la massima tutela nei confronti di un impianto accusato di aver rilasciato nell’aria tonnellate di veleno per anni”.

 

 “La legislazione dell’UE non prescrive nessuna indagine epidemiologica tra la popolazione che vive vicino a un impianto siderurgico. Pertanto una simile decisione rientra nelle responsabilità delle autorità competenti dello Stato membro”. E’ il seguito della risposta di Tajani alla richiesta dell’eurodeputato di una seria e scrupolosa indagine sulle reali ricadute della ferriera sulla salute di dipendenti e abitanti della zona. Zanoni: “La Commissione conferma di non essere al corrente  dell’indagine epidemiologica condotta dalle autorità sanitarie locali di Trieste in merito a casi di cancro tra gli ex dipendenti della ferriera. Visto che le autorità italiane invece ne sono sicuramente a conoscenza e che spetta a loro prendere i dovuti provvedimenti, mi aspetto una risposta tempestiva di fronte alla grave situazione ambientale registrata”.

 

 Le analisi effettuate nel 2007 dal Centro Interdipartimentale di Gestione e Recupero Ambientale CIGRA dell’Università degli Studi di Trieste, su richiesta della locale Procura della Repubblica, rilevavano nella zona preoccupanti valori di Benzo(a)pirene, in media pari a 21 ng al metro cubo, con picco a 90 ng al metro cubo, a fronte del limite di 1 ng al metro cubo imposto dalla Direttiva 2004/107/CE. Quanto alle concentrazioni di PM10, le stesse si rivelavano sistematicamente superiori al limite di 50 µg al metro cubo stabilito dalla Direttiva “Aria” 2008/50/CE, e risultavano fuori norma anche i valori di PM2,5.

 

 Il Commissario Ue riferisce anche a Zanoni che a giugno scorso la Commissione ha presentato un piano d’azione (COM (2013) 407) “per una siderurgia europea competitiva e sostenibile” al fine di aiutare il settore tenendo in considerazione le implicazioni sanitarie e ambientali del settore in tutta Europa. Nel piano rientra l’invito alla Banca europea per gli investimenti a contemplare la possibilità di erogare finanziamenti ad impianti che rispettino la direttiva sulle emissioni industriali al fine di prevenire danni alla salute umana e all’ambiente.

 

 “Mi auguro che le autorità italiane competenti intervengano tempestivamente anche alla luce di questo piano d’azione per assicurare agli ex dipendenti e a tutti gli abitanti della zona la massima protezione ed evitare che la ferriera di Trieste continui a immettere nell’ambiente simili veleni”, conclude Zanoni.

 

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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