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Ecoinnovazione e green jobs per uscire dalla crisi

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede di puntare sull’innovazione verde per uscire dalla crisi. L’eurodeputato Andrea Zanoni: “Il settore verde è cresciuto anche durante la crisi. Investire nell’ecoinnovazione vuol dire essere lungimiranti dal punto di vita economico, proteggere l’ambiente e creare milioni di nuovi posti di lavoro”

 

Il Parlamento europeo ha approvato ieri a Strasburgo una risoluzione “sull’ecoinnovazione – occupazione e crescita mediante la politica ambientale”. L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha così commentato: “In tempi di crisi economica, caratterizzati da alti tassi di disoccupazione, per garantire la coesione sociale è fondamentale creare un’occupazione e una crescita economica sostenibili. Un modo per farlo è promuovere l’ecoinnovazione, un concetto che combina la protezione dell’ambiente con la crescita, la competitività e la creazione di posti di lavoro”.

 

La risoluzione dell’eurodeputata Karin Kadenbach (austriaca, socialista) approvata sprona la Commissione europea a puntare maggiormente sull’ecoinnovazione per uscire dalla crisi e a meglio definire il concetto di “green jobs”.

Le innovazioni rispettose dell’ambiente sono essenziali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, per utilizzare risorse come l’acqua e le materie prime in modo più efficiente, per aumentare l’impiego di materiali riciclati e per produrre prodotti di qualità con minore impatto ambientale, solo per citare alcuni esempi, nonché per sviluppare servizi e processi produttivi più ecologici”, incalza Zanoni.

 

“La crescita delle tecnologie verdi negli anni scorsi ha dimostrato che investire nella crescita verde rappresenta un’enorme opportunità economica. Benché quasi ogni settore abbia subito gravi perdite a causa della recessione, il settore verde, pur avendo risentito di un calo della crescita, è ancora in aumento. Si stima che le imprese ecologiche europee producano un fatturato annuo di 319 miliardi di euro (il 2,5% del PIL dell’UE) e impieghino attualmente 3,4 milioni di persone. Tra il 2004 e il 2008 sono stati creati circa 600.000 ulteriori posti di lavoro in questo settore. Il tasso annuale di crescita dell’occupazione in tutti i sottosettori collegati tra il 2000 e il 2008 è stato all’incirca del 7%”, prosegue l’eurodeputato. (VEDI NOTE)

 

Ecco che a questo proposito abbiamo bisogno di una migliore e più comprensiva definizione del concetto di green jobs, una definizione che includa anche norme minime relative alle condizioni di lavoro. Ci tengo a ricordare che secondo il rapporto Ocse “The Jobs Potential of a Shift towards a low-carbon Economy”, puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica vuol dire creare 5 milioni di posti di lavoro in più in Europa”, conclude Zanoni.

 

NOTE

 

L’UE si trova in una posizione di spicco nel processo di ecoinnovazione, con il 30% del fatturato globale e il 50% della quota globale di gestione dell’acqua e dei rifiuti. Questo settore in Germania contribuisce già all’8% del PIL e si stima che salirà al 14% entro il 2020. In Austria, per esempio, il 4,8% del totale dei lavoratori dipendenti è impiegato nel settore dell’economia verde che, nonostante la crisi economica, è cresciuto dello 0,6% dal 2010 al 2011.

 

Per la promozione dell’ecoinnovazione sono attualmente disponibili 433 milioni di euro nell’ambito del Programma quadro dell’UE per la competitività e l’innovazione (CIP). Al momento esistono anche opportunità finanziarie per servizi e tecnologie ambientali nel quadro del programma dell’UE di finanziamento LIFE+, che cofinanzia progetti che contribuiscono allo sviluppo e alla dimostrazione di approcci politici, tecnologie, metodi e strumenti innovativi, rivolti principalmente al settore pubblico. Allo stato attuale circa 200 milioni di EUR sono stati destinati al sostegno di progetti di prima applicazione commerciale sull’ecoinnovazione, per coinvolgere il settore delle imprese.

 

Per il periodo 2014-2020, il nuovo programma dell’UE di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 è lo strumento finanziario che dà attuazione all’Unione dell’innovazione. Nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP 2014-2020), l’iniziativa sull’ecoinnovazione è contemplata anche dal programma LIFE (programma per l’ambiente e l’azione per il clima 2014-2020) purché non si sovrapponga a Orizzonte 2020.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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