DOPO LO STOP DEL RICONOSCIMENTO DEL MINISTERO DELLA SALUTE DELL’ACQUA SAN BENEDETTO A PADERNELLO, IL COMITATO VENETO PER L’ACQUA REGALA ALL’ASSESSORE REGIONALE CHISSO UNA BOTTIGLIA DI ACQUA DI FALDA DI PAESE.

La notizia del blocco del riconoscimento dell’acqua minerale San Benedetto estratta dalle falde acquifere di Padernello, a causa della presenza di arsenico superiore ai limiti di legge, non ha sorpreso i componenti del Comitato Veneto per l’Acqua, perché lo ritengono un atto dovuto in considerazione degli esiti dell’indagine dell’ARPAV Veneto del gennaio 2004 e degli attuali limiti di legge previsti per le sostanze chimiche che inquinano l’acqua. Quanto annunciato dal Ministero della Salute alla XII Commissione “Affari sociali” nella seduta delle 14.00 di ieri sconfessa sistematicamente l’ intera Giunta Regionale Galan, che il ’08/6/04 pur conoscendo i dati dell’ ARPAV aveva approvato la delibera n.2508 autorizzativa all’estrazione d’ acqua, nonché la Commissione Tecnica Regionale per le attività estrattive che, con il solo voto contrario di Giorgio Feston, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Treviso, aveva dato parere favorevole alla concessione. Giova ricordare che il 6 agosto scorso, durante la manifestazione del Comitato Veneto per l’Acqua effettuata sotto Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, l’Assessore Chisso aveva ricevuto una delegazione dei manifestanti che avevano richiesto la sospensione cautelativa del rilascio della concessione fino alla realizzazione di uno studio quali-quantitativo, su tutta la falda della regione, per capire la dimensione e le dinamiche delle varie problematiche come l’inquinamento e l’abbassamento progressivo della falda acquifera (subsidenza). Tra l’altro in quell’occasione Chisso aveva, più o meno provocatoriamente, bevuto direttamente dalla bottiglia l’acqua della stessa marca oggetto del contendere. Andrea Zanoni e Maria Cristina Vescovo del Comitato Veneto per l’Acqua hanno commentato ironicamente le notizie romane: Alla luce di quanto emerso a Roma, faremo recapitare a Chisso una bottiglia di acqua della falda di Paese dove scriveremo “Acqua di falda di Paese – per l’Assessore Chisso – Acqua bloccata dal Ministero della Salute (Cf. fotografia in allegato). Questa notizia – proseguono i due esponenti – da un lato ci conforta, perché viene bloccata un’attività estrattiva potenzialmente pericolosa per il delicato assetto idrogeologico del fiume Sile tutelato a livello comunitario, dall’altro ci preoccupa per lo stato di salute delle nostre falde acquifere. Questa drammatica situazione deve servire da monito per tutti i cittadini, affinché si impegnino a contrastare gli attuali agguati al territorio con la realizzazione di nuove cave che diventeranno le probabili discariche di domani che, come sappiamo, sono la principale causa dell’avvelenamento delle nostre falde, e gli esempi a Paese con la discarica Tiretta e la ex Ecoidrojet non mancano. Questi inquinamenti, oltre a gravare su un patrimonio naturale incommensurabile e vitale come l’acqua, gravano sulle tasche di tutti i contribuenti veneti, perché bonificare una discarica inquinante costa oggi ad una amministrazione comunale, provinciale o regionale che sia, la bellezza di 30/40 milioni di euro.

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