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Caccia, revocata la sospensione del Calendario Venatorio

Il TAR del Veneto ha fatto retromarcia pochi giorni dopo aver deciso lo stop alla pre-apertura della caccia e all’addestramento dei cani da caccia, attività in contrasto con le direttive dell’Ispra, Istituto tecnico scientifico dello Stato. L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni ha affermato: «Il TAR ha idee poco chiare in tema di caccia. Ora sono a rischio migliaia di animali selvatici minacciati anche dalla siccità».

A pochi giorni dalla decisione di sospendere alcune parti del Calendario Venatorio veneto per la stagione 2012/2013, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ha revocato il decreto monocratico, dopo il ricorso presentato dalla Regione Veneto.

Con il Decreto 472, inaudita altera parte, il Presidente del TAR aveva sospeso le parti del Calendario Venatorio relative alla pre-apertura della caccia alle specie Merlo e Tortora, oltre all’addestramento e all’allenamento dei cani da caccia. Il ricorso contro la delibera della Regione Veneto n. 1130 del 12 giugno 2012 era stato presentato dall’associazione Vittime della Caccia. Il presidente del TAR aveva riconosciuto il requisito della particolare urgenza, sospendendo il Calendario Venatorio fino alla Camera di Consiglio prevista per il 13 settembre.

In prima battuta, erano state sospese la pre-apertura al Merlo e alla Tortora e l’addestramento dei cani da caccia dalla terza domenica di agosto alla seconda di settembre. Sono parti che si discostano, come si leggeva anche nella motivazione del Decreto di sospensione, dal parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione ambientale).

Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV e vice Presidente dell’intergruppo sul Benessere degli animali al Parlamento Europeo, nonché Presidente veneto della LAC ha affermato: «Trovo curioso il fatto che i Presidente del TAR cambi idea nel giro di pochi giorni. Dimostra di avere le idee poco chiare in tema di normative sulla caccia. Mi auguro che il 13 settembre i Giudici in Camera di Consiglio sappiano valutare attentamente la questione, perché prima degli interessi dei singoli cacciatori c’è quello di tutelare la fauna selvatica. Si tratta di un patrimonio di tutti i cittadini, anche di quelli che non hanno la licenza di uccidere. La sospensione dell’addestramento cani in un periodo prolungato di estrema siccità, che dura da febbraio, era un atto dovuto. Addestrare i grossi cani da caccia con la presenza di molti animali selvatici non ancora adulti e stremati dal caldo e dalla sete è come sparare sulla croce rossa. Ciò dimostra ancora una volta che i cacciatori sono totalmente insensibili alle esigenze di conservazione della fauna selvatica, patrimonio di tutti i cittadini».

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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