“Se la maggioranza, ogni tanto, si degnasse di ascoltare il parere dell’opposizione risparmierebbe qualche figuraccia e ci guadagnerebbero tutti i veneti. Sul pirogassificatore di Paese, i consiglieri Barbisan e Rizzotto avevano cantato vittoria troppo presto, uscendo con dichiarazioni dai toni trionfalistici. Adesso invece il Governo ha impugnato la norma del collegato alla Legge di stabilità e si ripartirà da zero, quando probabilmente sarebbe bastato approvare un mio emendamento per superare il rischio di incostituzionalità”. La stoccata arriva da Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente e consigliere del Partito Democratico, dopo lo stop arrivato da Roma per l’impianto di Paese, impugnazione che coinvolgerà anche quello progettato a Gaiarine.
“Lo scorso 9 febbraio avevo depositato un emendamento al Piano delle energie rinnovabili con cui chiedevo la sospensione della realizzazione dei pirogassificatori, in modo da evitare problemi con le procedure di infrazione dell’Unione Europea per quanto riguarda la qualità dell’aria. Purtroppo, invece di entrare nel merito, la maggioranza, compatta, ha preferito bocciarlo e questo è il risultato”, sottolinea l’esponente del PD. “Il Governo ha impugnato il provvedimento per due motivi: l’impossibilità di prevedere limitazioni generiche agli impianti di produzione di energia rinnovabile solo sulla base dei piani urbanistici e l’impossibilità, in zona agricola, di rilasciare autorizzazioni ai soli imprenditori agricoli, in attesa delle linee guida regionali. Così adesso siamo punto e a capo: per i pirogassificatori di Paese e Gaiarine, anche se bocciati dalla Commissione tecnica regionale ambiente e dalla Conferenza dei servizi, resta sempre il rischio del ricorso al Tar. Da parte mia – termina Zanoni – posso garantire che vigilerò sull’evolversi della situazione, mentre ai colleghi della maggioranza consiglio di stare più attenti e non agire solo per partito preso, respingendo ogni proposta dell’opposizione”.