Dopo una campagna lampo dell’Ong Environmental Investigation Agency EIA, il portale americano Amazon ritira gli annunci di prodotti contenenti carne di balena e altre parti di animali in via di estinzione grazie a 35mila email di protesta. (Guarda il VIDEO) Vittoria animalista ottenuta grazie all’impegno civile dei cittadini di tutto il mondo.
La vittoria conseguita con la battaglia lampo lanciata dalla Ong Environmental Investigation Agency (EIA) nei confronti di Amazon dimostra quanto sia grande il potere dell’attivismo sociale.
In poco più di 24 ore, 35mila persone hanno costretto il gigante americano a ritirare dal suo portale giapponese i prodotti contenenti carne di balena e altre parti di animali in via di estinzione. Un giorno di mail, messaggi su Facebook e Twitter hanno convinto i manager dell’azienda a fare un passo indietro. Si tratta della riprova di quanto internet e la Rete possano giocare un ruolo fondamentale della società moderna, anche per quanto riguarda la tutela degli animali.
In questo caso ci trovavamo di fronte ad un caso aberrante di prodotti che avvallavano una delle cacce più efferate e ingiustificate che vengono compiute nel mondo: la caccia alla balena. Associazioni internazionali come Greenpeace sono da sempre impegnate sul campo per fermare questa assurdità portata avanti con disinvoltura da alcuni Paesi, come il Giappone, sotto la fallace bandiera della ricerca scientifica. Purtroppo la comunità internazionale non è ancora riuscita ad imporsi nonostante esista un’apposita commissione, l’International Whaling Commission (IWC), le cui prescrizioni vengono troppo spesso aggirate. Ecco che l’intervento e l’attivismo di noi cittadini assume un ruolo chiave in una battaglia che vede troppi interessi in gioco pesare contro il benessere di balene e grandi cetacei.
La vittoria di EIA è una bandiera che va sventolata ad esempio di come l’interesse e il coinvolgimento di noi tutti possano contribuire a raggiungere risultati che nemmeno le grandi convenzioni mondiali e la diplomazia internazionale possono ottenere. Il VIDEO realizzato dalla Ong ha fatto il giro del mondo su Internet portando 35mila persone, uomini, donne, ragazzi e ragazze, a rivolgersi direttamente ad Amazon con l’arma più potente di questo mondo: la protesta civile. Il colosso americano, anche se non animato dal più puro dei sentimenti di pentimento, ha ritirato velocemente gli annunci dei prodotti incriminati.
Adesso bisogna andare avanti. Nei mari di tutto il mondo si commettono veri e propri crimini quotidiani, dalle balene al tonno rosso, passando dagli squali (mi sto occupando personalmente del fenomeno del “finning” (spinnamento, ndr) in commissione Ambiente ENVI al Parlamento europeo). Il lavoro delle associazioni e della politica è fondamentale, ma da solo non basta. Per difendere gli interessi di qualcosa che non è facilmente monetizzabile, ci vuole l’interesse e l’impegno di tutti, a volte basta una mail. E Amazon se n’è accorta!
Andrea Zanoni