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A Treviso, prosegue il processo ai roccolatori: sfilano accusa e difesa

Giovedì 19 dicembre, ci sarà una nuova udienza al Tribunale di Treviso nel processo che vede alla sbarra nove imputati, tra cui due dipendenti pubblici, una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, che avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «È trascorso troppo tempo e troppi reati sono stati prescritti. Mi auguro che questa volta venga finalmente pronunciata la sentenza e che sia esemplare»

 

Giovedì 19 dicembre 2013, in Tribunale a Treviso si terrà una nuova udienza nel processo che vede alla sbarra nove imputati, tra cui due dipendenti pubblici, una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, che avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito. Questa volta, in aula verranno ascoltati i teste dell’accusa e della difesa.

 

Sotto processo ci sono le presunte condotte illegali che l’allora procuratore Antonio Fojadelli contestò a una ventina di persone, nove delle quali sono a giudizio, chiamate a rispondere di traffico illecito di uccelli da richiamo (bracconaggio). Si tratta di Maurizio Pasini, 53 anni, responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano, Efrem Bolzan, guardiacaccia in pensione ed Edy Gerotto (entrambi dipendenti della Provincia), Pasquale e Andreas Carlet, Ettore e Loris Garatti, Gianluigi Botteon e Ferruccio Fogale. A vario titolo, gli sono contestati anche i maltrattamenti di animali, l’abuso d’ufficio e il furto aggravato. L’inchiesta partì nel 2008 quando la Forestale sequestrò il centro di Pasini a Cordignano. Per l’accusa, il 52enne, protetto dai dipendenti della Provincia, avrebbe avuto a sua disposizione una quantità illecita di uccelli che poi vendeva sul mercato clandestino. Gli imputati avevano organizzato un vero e proprio laboratorio clandestino di vivisezione artigianale dei Tordi da richiamo, dove eseguivano l’inumana pratica del sessaggio sui volatili per selezionare i maschi, i soli utilizzabili nella caccia.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha affermato: «Dopo lo scandalo delle accuse legate al reato di bracconaggio cadute per l’intervento della prescrizione, mi auguro che la giustizia non trovi altri intoppi. Spero che finalmente i giudici emettano una sentenza: è trascorso troppo tempo e troppi reati sono andati in prescrizione e, in questo caso, purtroppo il tempo ha giocato a favore degli imputati e non della giustizia. Sono però rimaste le accuse per i reati più gravi e rimango in attesa di sentire pronunciare una sentenza esemplare. Mi auguro che questa sia l’inizio della fine per i roccoli, dove ogni anno grazie a circa 200 mila euro di fondi pubblici vengono catturati in tutto il Veneto migliaia di uccelli in queste strutture delle Province che funzionano in palese violazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE ».

 

BACKGROUND

 

I nove imputati al processo al Tribunale di Treviso, tra cui due dipendenti pubblici, una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito e, tra le altre accuse, c’erano quelle connesse alla cattura, detenzione e commercio di uccelli migratori e fauna selvatica, nel contesto delle autorizzazioni della provincia di Treviso (Giunta Muraro) dei famigerati roccoli, per fatti accaduti tra il 2007 e il 2009.

 

Dopo lo stop inaspettato del gennaio scorso, dovuto alla richiesta di far tradurre a un interprete le intercettazioni telefoniche in dialetto veneto stretto, e l’intervenuta prescrizione per i capi d’imputazione legati alla caccia, si è tornati in aula il 20 giugno 2013. Il 5 marzo 2013, il procedimento penale a carico di 9 persone in corso al Tribunale di Treviso ha visto prescrivere le violazioni contestate in materia di caccia, rimanendo in piedi le accuse più gravi per traffico illecito di uccelli da richiamo.

 

Le ipotesi accusatorie a carico degli imputati erano diverse: dal maltrattamento di animali, all’abuso d’ufficio (contestato ai due funzionari della Provincia), passando per il furto aggravato (per cui è imputato il responsabile del centro di cattura facendo riferimento agli uccelli che sarebbero stati sottratti al patrimonio faunistico dello Stato). Il Giudice dell’Udienza Preliminare Silvio Maras, accogliendo il 2 novembre 2011 il patteggiamento a 4 mila euro di multa per un cacciatore, aveva rinviato a giudizio nove persone disponendo però per tutti il non luogo a procedere per l’accusa più grave, quella di associazione a delinquere.

 

Giovedì 20 giugno 2013, si è tenuta una nuova udienza in Tribunale a Treviso. È stata, quindi, la volta dell’interrogatorio durato oltre due ore di uno degli investigatori della Forestale che, tra il 2006 e il 2007, permise di portare alla luce un traffico di animali selvatici, facendo cadere in trappola decine di bracconieri. Il militare della Forestale ha risposto alle domande del Pubblico Ministero Gabriella Cama, degli avvocati difensori e dei legali di Parte civile della LAV e della LAC.

 

I roccoli sono impianti dove con le reti da uccellagione, mezzi di cattura severamente proibiti dalla Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, vengono catturati i piccoli uccelli migratori  per consegnarli ai cacciatori, per essere poi utilizzati come richiami vivi nella caccia da appostamento, ovvero detenuti per sempre in gabbie talmente piccole da non poter mai più aprire nemmeno le ali (VIDEO).

 

Il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi (i soli utilizzabili nella caccia) quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa.

 

Per capire come funziona il commercio illegale basta vedere questo VIDEO dove vengono inanellati con anelli contraffatti uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi nel mercato.

 

In merito, Zanoni ha depositato un’interrogazione-denuncia alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2012. Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 ha sottolineato che “ai sensi della direttiva 2009/147/CE (direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’UE, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”.

 

Tra i tanti animali vivi, morti, maltrattati o vivisezionati rinvenuti dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Treviso, tra il roccolo Cordaz di Pianai di Cordignano (TV), le residenze di Vittorio Veneto (TV) e un ristorante di Caneva (PN), c’erano Fringuelli, Verdoni, Crocieri, Frosoni, Peppole, rarissimi Beccofrosoni, Poiane, Picchi Rossi maggiori, il rarissimo Picchio Nero, Tordi Bottacci, Tordi Sasselli, Cesene, Faine, Scoiattoli, Prispoloni, Allodole, Colombacci.

 

A Treviso, con la delibera della Giunta Provinciale 383 del 16 settembre 2013 e Determina del Dirigente numero 3131 del 16 ottobre 2013 sono stati attivati 3 impianti di cattura per circa 15 mila euro (per il funzionamento degli impianti di cattura e dei Centri di distribuzione e cessione, acquisto di beni di consumo, compensi operatori).

 

Il 4 ottobre 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per fermare le deroghe illegittime ripetutamente concesse dalla Regione Veneto e dalle Provincie di Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Venezia e Belluno per la cattura di uccelli con le reti da uccellagione, mezzo vietato espressamente dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE, da utilizzarsi poi come richiami vivi nella caccia da capanno. Ha scritto, inoltre, al Commissario all’Ambiente Ue Janez Potočnik, chiedendo ufficialmente di punire queste deroghe illegittime con i mezzi a disposizione, ovvero aprendo una procedura d’infrazione che potrebbe sfociare in pesanti sanzioni economiche.

 

Il 15 novembre 2013, il Commissario all’Ambiente Ue Janez Potočnik ha fatto sapere, in risposta all’interrogazione,  che l’Europa ha avviato indagini a carico in alcune regioni italiane, tra cui il Veneto, e intende esaminare la delibera adottata dal Veneto nel giugno 2013. Alla fine verranno valutate le misure da adottare per garantire che siano pienamente rispettate le disposizioni pertinenti della Direttiva 2009/147/CE  Uccelli.

 

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