Ma è possibile che per festeggiare l’Epifania bisogna inquinare l’aria e avvelenare i propri polmoni!? Quest’anno a Treviso, come in altre parti del Veneto, sembrava di essere nel Vietnam bombardato al napalm durante la guerra tanto il fumo dei roghi riempiva l’aria. Inutile dire che, complice forse la crisi e la nuova tassa sui rifiuti, nei roghi è stato bruciato di tutto, come ad esempio residui agricoli zeppi di pesticidi e mobili vecchi. A conferma di questo, nonostante i falò fossero in programma per le 20/21 della notte del 5 gennaio, già dalle 16.30 in centro a Treviso piazza dei Signori compresa, c’era un ‘aria irrespirabile che colpiva tutti alla gola. Ciò significa che un numero incredibile di cittadini, appena sceso il buio, aveva appiccato il fuoco a chissà quanti piccoli falò fai da te utili solo a smaltire gratuitamente chissà quali rifiuti che andrebbero invece conferiti alla raccolta differenziata. Le rilevazioni di inquinanti presenti nell’aria il 6 gennaio dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e protezione Ambientale del Veneto fanno paura. E dire che in Provincia di Treviso c’era qualcuno che invitava a godersi lo spettacolo…
Viva le tradizioni, ma non quelle che avvelenano noi e l’ambiente. Viviamo già in una camera a gas dove da circa un decennio vengono violate le norme europee e rischiamo malattie respiratorie, infarti e altre patologie, per questo le migliaia di roghi dell’Epifania, chiamati Panevin a Treviso, in situazioni di allarme ed emergenza sanitaria come queste andrebbero vietati tassativamente. L’ARPAV ha rilevato nelle tre centraline della Marca trevigiana, tanto per citare un esempio a me vicino, nella giornata di domenica 6 gennaio una media giornaliera di 125 microgrammi per metro cubo di polveri sottili, le famigerate PM10, a Conegliano, 273 a Treviso città e 290 a Mansuè nell’opitergino mottese quando il limite massimo previsto dalla legge è di 50 microgrammi per metro cubo.
Ecco che i roghi dell’Epifania sono dannosi due volte, prima di tutto perché portano alle stelle i valori di inquinamento dell’aria che entra nei nostri polmoni e poi perché sono gravemente diseducativi dal momento che consentono la possibilità di bruciare rifiuti in violazione della legge.
E a chi parla di “roghi con la patente”, ovvero di fuochi dove si usa solo legno vergine, ricordo che anche da questa combustione viene prodotta la famigerata diossina, una sostanza notoriamente altamente cancerogena e all’origine di tante terribili malattie. Ci sono troppi malati, troppi morti, troppe persone, mamme giovani, bambini che si ammalano di mali incurabili, ed è ormai scientificamente provata la relazione tra un ambiente inquinato e l’insorgere di uno svariato numero di malattie.
Uno schiaffo oltre che alla nostra salute anche alla legge, visto che il 19 dicembre scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue per la violazione della normativa sulla tutela dell’aria, le Direttive 96/62/CE, 1999/30/CE e 2008/5O/CE” (SENTENZA). L’Ue ci dice che l’aria avvelenata è causa di circa 500mila morti premature ogni anno, quand’è che le nostre autorità ne prenderanno atto? Oltre ai danni per la salute, infatti, legalizzare questi roghi potrà causare all’Italia altre multe da parte dell’Europa proprio alla luce della condanna appena ricevuta.
A questo proposito ne approfitto per invitare i cittadini a dire la loro tramite la consultazione pubblica aperta recentemente dalla Commissione europea”. La consultazione è stata aperta l’11 dicembre e terminerà il 4 marzo.
Ma c’è veramente bisogno di bruciare qualcosa per festeggiare l’Epifania? Perché non brindare con buon vino, frittelle, musica, danze e qualche nonna travestita da befana? La nostra tradizione veneta, quella che non avvelena, è piena di pietanze e riti naturali e genuini. Mi auguro che quella di quest’anno sia l’ultima Befana affumicata!
Andrea Zanoni