Gli incontri che si susseguono nei vari ambiti – anche all’interno del PD veneto – fanno emergere chiaramente che alle urgenze del territorio, al bisogno di ritornare a produrre, al bisogno di dare occupazione – si immagina di poter dare risposta secondo logiche improntate alla conservazione. Ma anche a chi nella massima buona fede pensa che proseguire sulla strada della industrializzazione sia l’unica via percorribile, devo rispondere con forza che non è questa la via.
L’Europa ci sta indicando un cammino che dovremo rispettare, cambiamenti che dovranno essere completati entro il 2020 e questo mi conforta, ma non basta. E’ necessario che dall’Italia e dalle forze progressiste in particolare, parta la spinta verso il rinnovamento.
Che senso ha perpetuare scelte che hanno portato al disastro ambientale e al dissesto economico?
Che senso ha continuare a fingere che nulla sia cambiato e poi meravigliarsi di multe salate e altre sanzioni provenienti dall’Europa?
Perché temere che i temi del progresso che noi portiamo avanti siano in contrasto con le necessità più profonde del nostro territorio?
Il PD, che in Europa mira a vincere le elezioni, si è reso disponibile a fare proprie le nostre battaglie a tutela dell’ambiente in senso lato. E io devo credere che il PD, questo PD al quale ho scelto di aderire, si impegnerà sulla strada del rinnovamento. Il rinnovamento può partire dalle persone: anche quelle persone che hanno occupato ruoli delicati di governo fin ora possono prendere atto che un nuovo equilibrio tra ambiente, tecnologia e scienza è l’unica risposta.
Non serve cambiare le persone; serve cambiare atteggiamento. Se il PD saprà continuare nella sua strada di rinnovamento profondo, di idee, allora in Europa ci sarà una voce forte e giusta proveniente dall’Italia. Meno paura, più coraggio; meno conservazione, più progresso vero. Meno opportunismi, molte ma molte più opportunità.
Andrea Zanoni