Lotta senza quartiere alle Ecomafie

Molto è stato fatto in Europa ma tanto ancora deve essere fatto. Le cosche malavitose hanno la capacità di inventarsi modi sempre più raffinati per inquinare la vita di tutti noi. Si stima che più ancora della droga, sono i lavori pubblici a foraggiare le mafie. In Italia e non solo.

 

Perché i tentacoli delle mafie arrivano ovunque, tanto che i dati delle cosiddette “ecomafie” fanno davvero paura. Un rapporto Legambiente del 2013 stima in 16,7 miliardi di euro il loro giro d’affari complessivo, con 34.120 infrazioni ambientali accertate e 28.132 persone denunciate. Parliamo di affari sporchi in appalti e opere pubbliche, gestione rifiuti speciali, animali fauna selvatica, abusivismo edilizio, inquinamento ambientale, gestione rifiuti urbani, illegalità ambientale, gestione rifiuti urbani, illegalità alimentare e archeomafia.

La denuncia delle mafie di Roberto Saviano e l’impegno a fare il massimo per contrastarle di Matteo Renzi vanno nella giusta direzione. Purtroppo le associazioni criminali non solo sono ormai globalizzate ma costituiscono sempre di più una minaccia per l’ambiente e la salute di tutti noi. La parola d’ordine deve essere “intervenire prima possibile”. La “terra dei fuochi” è tristemente assurta alla notorietà, ma non dobbiamo chiudere gli occhi su quello che avviene anche nel Nord del nostro Paese.

 

Chi può onestamente negare che il mio Nord Est non sia vittima di degrado e terra di conquista per  affaristi senza scrupoli? Il caso di oggi del sequestro di beni per 4 milioni di euro alla `Ndranghetanella mia Treviso, ne è la riprova. Ecco il mio impegno in Europa: fare in modo che le amministrazioni pubbliche virtuose abbiamo gli strumenti per difendersi nell’assegnazione dei lavori pubblici ad imprese chiaramente dopate con i soldi della malavita. Altrimenti avremo un circolo vizioso per cui la difesa del territorio con infrastrutture a protezione dell’ambiente e degli abitati , raccolta e smaltimento dei rifiuti – per citare due casi tra i più eclatanti – rimanga fonte continua di guadagno per le mafie.

 

Il Premier ha giustamente sottolineato l’importanza di aggredire i patrimoni mafiosi e riformare l’Agenzia Nazionale Beni Confiscati. A questo proposito al Parlamento europeo abbiamo recentemente approvato una nuova direttiva sulla confisca e riutilizzo dei proventi della attività criminali anche in assenza di condanna e per i prestanome. Si tratta di uno strumento europeo che ci permetterà di contrastare la criminalità organizzata in modo concreto, ovvero sui loro beni accumulati grazie ad attività illecite, a livello internazionale.

 

La strada indicata è quella giusta, adesso bisogna percorrerla con sempre maggiore decisione.

 

Andrea Zanoni

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