ANDREA

ZANONI

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“Uno al giorno” muore di carbone

 

Ci risiamo. Greenpeace lancia una campagna originale, vivace ed efficace per denunciare i rischi alla salute e all’ambiente derivati dall’utilizzo del carbone come fonte di energia, e Enel, invece che rispondere con gli argomenti, diffida. Questa volta, secondo i legali di Enel, si tratterebbe di “calunnia”. Parliamo del cortometraggio “Uno al giorno” con il quale l’associazione ambientalista denuncia gli effetti del carbone, ovvero “una morte prematura al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all’economia e all’ambiente”. Ecco il video, voi cosa ne pensate?

 

Secondo me l’interpretazione di Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli sotto la regia di Mimmo Calopresti e con la musica dei Subsonica, non fa altro che tradurre in linguaggio cinematografico i dati sugli effetti negativi del carbone con i quali Greenpeace argomenta, in modo assolutamente democratico, la sua tesi e la sua battaglia contro questa fonte fossile di energia. La risposta di Enel, invece, sta tutta nella lettera dei suoi potenti avvocati. D’altronde non è la prima volta che l’azienda si serve di questi metodi per chiudere la bocca ai volontari di Greenpeace. L’ultima volta è successo con la campagna “Facciamo luce su Enel”, dove l’associazione metteva ancora in evidenza i danni del carbone evidenziati da “una ricerca commissionata da Greenpeace e già noti alla comunità scientifica internazionale (prima tra tutte l’Agenzia Europea per l’Ambiente, EEA)”. Proprio questo, infatti, si leggeva nella sentenza del Tribunale di Roma che scagionava completamente l’associazione.

 

La verità è che Enel ha paura. La verità è che gli italiani sanno che il carbone è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo. Per questo Enel, invece che ostinarsi con questo combustibile come è successo con la centrale di Porto Tolle (Rovigo), dovrebbe cambiare subito i suoi piani di ulteriore sviluppo della produzione da questa fonte. E l’Europa questo lo sa benissimo. Il 15 marzo scorso al Parlamento europeo abbiamo approvato una relazione per la nuova Road Map 2050 che vuole abbattere del 90% le emissioni di CO2 entro il 2050 rispetto ai valori del 1990. E iniziare con l’abbandono del carbone è un ottimo primo passo.

 

Per questo ai volontari di Greenpeace e ai realizzatori del cortometraggio va tutto il mio ringraziamento per contribuire a mantenere alta la consapevolezza pubblica che il carbone pulito non esiste e non esisterà mai!

 

Andrea Zanoni

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