ANDREA

ZANONI

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In prima linea per difendere acqua e territorio

Discariche di rifiuti, scarichi irregolari, impianti industriali non a norma, cave e distese di cemento. Le insidie alla nostra acqua e al nostro territorio non si contano più, soprattutto nel Nord Est italiano, un territorio vittime della foga da sviluppo insostenibile di alcune cerchie imprenditoriali e politiche miopi e irresponsabili. Il risultato rischia di essere un territorio ricco di acqua sì, ma povero di acqua potabile.

 

L’Europa, con la direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE, fissa regole chiare e semplici. Il nostro problema è che spesso non vengono applicate. Il risultato è che la nostra acqua, di falda come di bacino, diventa sempre più inquinata e, guarda caso, quella al supermercato sempre più cara. In seguito alle numerose denunce di casi singoli di sospetto o accertato inquinamento, la Commissione europea mi ha più volte risposto che, secondo la Direttiva Acque, gli Stati membri devono inserire nei loro piani di gestione dei bacini idrografici un programma di misure al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee entro il 2015. A mio avviso ne vedremo delle belle.

 

La difesa del nostro patrimonio idrico è da sempre una delle mie principali battaglie. Perché? Semplice: perché senz’acqua non si vive. Mi riferisco ad esempio alla situazione all’inquinamento da mercurio riscontrato nei pozzi di molti comuni del trevigiano, come pure all’inquinamento in atto delle falde acquifere a causa delle discariche di molti comuni del Nord Est o peggio dell’inquinamento di siti industriali nel vicentino. Proprio per questo l’Europa rappresenta un interlocutore privilegiato, perché senza l’intervento di Bruxelles, troppo spesso la tutela ambientale in Italia sarebbe da medioevo. Se verrò riconfermato al Parlamento europeo lavorerò affinché l’Europa intera non dimentichi questo semplice concetto: senz’acqua non si vive.

 

Andrea Zanoni

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