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A Pedavena, sindaco e cittadini uniti contro l’antenna Telecom

Dopo dieci anni di battaglie, il colosso telefonico ha montato l’antenna nel cuore di Pedavena (BL), a ridosso della biblioteca, a pochi metri dall’asilo e dal Municipio. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Il ripetitore è stato collocato vicino a siti sensibili dove stazionano per diverse ore anche i bambini. È necessario rivedere urgentemente la legge, tenendo conto dei recenti studi effettuati sui danni da onde elettromagnetiche. Non è accettabile che l’Amministrazione comunale, che da sempre si è opposta all’installazione, non venga ascoltata per una decisione che ha riflessi pesantissimi sulla salute pubblica»


Dopo una battaglia durata più di dieci anni, con due Amministrazioni apertamente contrarie, oltre mille 600 firme raccolte e il Comitato “No Antenna Pedavena” che ha comunque dichiarato di non arrendersi, Telecom ha montato la sua antenna telefonica nel cuore di Pedavena (BL) a ridosso della biblioteca, a pochi metri dall’asilo e dal Municipio.

La struttura svetta in un’area residenziale densamente popolata, nel giardino di un privato che ha dato la propria disponibilità ricevendo in cambio un canone di affitto. L’Amministrazione  comunale, guidata dal sindaco Maria Teresa De Bortoli e il Comitato di cittadini hanno comunque dichiarato di voler andare avanti nella battaglia per far rimuovere il ripetitore di via Roma, pronto per entrare in funzione con segnale 4G, per il quale serviranno poi altri ripetitori per rimbalzarlo a chilometri di distanza.

Una ventina di cittadini ha già fatto sapere di voler lasciare Pedavena, spaventati per le possibili ripercussioni sulla salute. Il Comune, nell’immediato, intende installare un sistema per monitorare le onde elettromagnetiche emanate dall’antenna e chiederà un incontro con l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale (ARPAV) del Veneto.

Intanto come forma di protesta, già alcuni cittadini stanno disdicendo i contratti con Telecom, optando per operatori che usano reti cablate al posto delle antenne ed è già stata depositata dal giudice di pace un’istanza sottoscritta da quaranta residenti per incontrare il proprietario del terreno su cui è stato installato il ripetitore e cercare di farlo desistere.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «È inaccettabile che i sindaci non abbiano voce in capitolo in una decisione così delicata che può avere ripercussioni sulla salute pubblica. Un’antenna e i potenziali effetti delle onde elettromagnetiche sui cittadini dovrebbe essere materia su cui un Comune deve poter dire la propria, soprattutto in merito alla sua ubicazione. Trovo irrazionale e allucinante che l’installazione di un tale impianto sia determinata da un singolo privato che mette a disposizione il proprio giardino togliendo ogni possibilità decisionale all’organo eletto democraticamente, ovvero al sindaco e al Consiglio comunale. In questo caso, il ripetitore è stato collocato a un passo dalla biblioteca, a due dall’asilo e a tre dal Municipio, ovvero vicino a siti sensibili dove stazionano per diverse ore i bambini. Il vuoto normativo lasciato dalla Regione e la legge nazionale esistente vanno rivisti, considerando in primis i recenti studi effettuati sui danni da onde elettromagnetiche. Sono al fianco dell’Amministrazione e del Comitato in questa battaglia di civiltà per la salute». (https://www.facebook.com/comitatonoantenna.pedavena)

BACKGROUND

Il 14 dicembre 2011, l’eurodeputato Zanoni con un’interrogazione alla Commissione europea ha chiesto di abbassare i limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche generate dai cellulari per evitare effetti dannosi sulla salute anche alla luce di un recentissimo studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organismo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, che ha riconosciuto per la prima volta che i campi elettromagnetici ad alta frequenza dei telefoni cellulari possono avere effetti cancerogeni per l’uomo. Il 10 febbraio 2012, la Commissione ha risposto che “in considerazione delle nuove prove scientifiche emerse a partire dall’ultima valutazione effettuata nel gennaio 2009 la Commissione ha richiesto, il 30 novembre 2011, una nuova valutazione indipendente al Comitato scientifico dei rischi sanitari emergenti”.

Il 22 ottobre 2012, Zanoni ha presentato una seconda interrogazione alla Commissione europea chiedendo provvedimenti urgenti per proteggere la salute dei cittadini dalle onde elettromagnetiche dei cellulari, in particolare rivedendo al ribasso i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, anche alla luce della sentenza 17438/2012 della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto che l’utilizzo prolungato dei telefoni cellulari aumenta il rischio di tumori. Nella risposta del 30 novembre 2012, la Commissione ha fatto sapere di essere impegnata a lavorare per definire il futuro della protezione dai campi elettromagnetici dei cellulari.

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