Dopo 18 anni nell’oasi di Vajo Galina di Avesa (VR) il WWF dovrà sgomberare per le proibitive condizioni economiche imposte dai proprietari dell’area. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «In questi anni l’associazione ha permesso a migliaia di studenti di conoscere i segreti ambientali e faunistici dell’oasi. Mi rivolgo alla Provincia e al Comune affinché venga evitata la morte di questa preziosa attività didattica e trovino una soluzione»
Il Wwf deve lasciare l’oasi di Vajo Galina di Avesa (VR) e sarà la fine delle attività didattiche di sensibilizzazione portate avanti da 18 anni dall’associazione ambientalista. L’oasi è una delle 105 oasi nazionali del Wwf in cui tutela e salvaguardia dell’ambiente convivono con lo studio, la ricerca e l’osservazione integrandosi con attività per le scuole.
Diciotto anni fa, l’oasi è stata data al Wwf in comodato gratuito dagli Istituti Civici di Servizio Sociale (ICISS), proprietari dell’area. La concessione è scaduta da un paio d’anni e da un anno e mezzo da parte degli ICISS sarebbero arrivate al WWF richieste sempre più difficili da sostenere.
Migliaia di studenti in questi anni hanno potuto visitare il Vajo Galina, il territorio di 27 ettari alle spalle di Avesa che comprende tutti gli ambienti caratteristici della collina pedemontana, dal bosco d’alto fusto all’incolto, dalle pareti di rocce a grotte e sorgenti d’acqua, grazie ai percorsi appositamente realizzati dai volontari.
L’oasi si trova in un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC): per 15 anni un ornitologo ha proceduto all’inanellamento degli uccelli inviando i dati raccolti prima all’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (INFS), ora all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), oltre a censire anfibi, rettili, farfalle collaborando con il museo di Storia naturale di Verona.
L’oasi è un vero e proprio tesoro sia da punto di vista della flora con orchidee, Pulsatilla comune, Timo precoce, Vilucchio bicchierino, sia per la fauna con 103 specie di uccelli censiti, tra cui una coppia stanziale di Corvo Imperiale, diventata simbolo dell’oasi, e mammiferi come Volpi, Tassi, Scoiattoli, Ghiri, Lepri.
L’ultima proposta arrivata al WWF da parte dei proprietari dell’area, dopo una limitazione del territorio a disposizione per le visite e una serie di richieste di chiarificazione in merito ai progetti presentati, è stata la concessione unicamente di uno spazio ridotto, la zona protetta, di cui la stessa associazione dovrebbe però pagare la recinzione, affrontando una spesa di 45 mila euro. Una cifra insostenibile per gli ambientalisti, che si vedono costretta a lasciare l’oasi.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Le attività portate avanti dal WWF erano e sono importantissime per i cittadini, in particolare per i ragazzi e i giovani studenti. Risorse di questo tipo non hanno prezzo e devono essere mantenute. Mi rivolgo al Comune e alla Provincia affinché intervengano per evitare la morte di questa preziosa attività didattica trovando quanto prima una soluzione. La tutela dell’ambiente è al centro dell’attività del Parlamento europeo che vuole sempre maggiore tutela per la biodiversità, come ribadito nella relazione Gerbrandy, approvata il 20 aprile 2012 a Strasburgo. E l’obiettivo fissato dall’Europa, ovvero la tutela della biodiversità, si raggiunge sicuramente anche attraverso l’informazione e le attività didattiche, come quelle portate avanti dal WWF»
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