140 Paesi hanno firmato a Ginevra una accordo internazionale per salvare l’ambiente dall’inquinamento da mercurio. Zanoni: “L’Ue ha invitato lo scorso marzo l’Italia ad applicare la Direttiva acque. Il mercurio in alcune zone, come nel trevigiano, ha già fatto danni enormi”
“Invito le autorità italiane a cogliere l’occasione della Convenzione internazionale sul mercurio per prendere misure concrete volte a proteggere le nostre acque e l’ambiente”. E’ l’auspicio di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, dopo la sottoscrizione sabato scorso a Ginevra della Convenzione da parte di 140 Stati. “Ricordo che il 22 marzo 2012, la Commissione europea ha inviato un parere motivato all’Italia per chiedere il rispetto della direttiva Acque. Il mercurio rappresenta una forte minaccia per i nostri bacini e falde acquifere visto il suo alto potenziale inquinante e l´altissima tossicità per la salute”.
Zanoni fa sapere che “tra gli obiettivi dichiarati alla firma della convenzione ritroviamo la riduzione della produzione e dell’utilizzazione del mercurio in particolare nella fabbricazione di prodotti e nei processi industriali, la fissazione di limiti vincolanti e l’incoraggiamento di metodi di produzione alternativi”.
Per questo l’eurodeputato invita le autorità italiane ad attuare alla lettera le direttive Ue di protezione ambientale come la Direttiva Acque, “una normativa europea che fissa le regole di come i bacini idrici europei e le falde acquifere, patrimonio di tutti, devono essere protetti e tutelati”.
“Ho già presentato al Parlamento europeo lo scorso novembre un’interrogazione sulla tutela delle falde acquifere – aggiunge l’Eurodeputato – Ho fatto presente al Commissario Potočnik, che oltre alla Direttiva Acque, è fondamentale fare il possibile per sbloccare la direttiva Suolo ferma da anni in Consiglio”.
“Purtroppo ad oggi, la situazione della qualità delle falde acquifere in alcune regioni è estremamente preoccupante – conclude l’eurodeputato – Mi riferisco ad esempio alla situazione all’inquinamento da mercurio riscontrato nei pozzi di molti comuni del trevigiano, con Treviso, Preganziol, Casier e Quinto di Treviso, come pure all’inquinamento in atto delle falde acquifere a causa delle discariche di molti comuni del Nord Est o peggio dell’inquinamento di siti industriali nel vicentino. Il paradosso è che l’Europa e l’Italia, ricche di risorse idriche, rischiano di diventare povere di acqua potabile a causa di uno sfruttamento irrazionale del territorio con cave e siti inquinanti e di una cementificazione selvaggia che risponde soltanto alle logiche del profitto”.
BACKGROUND
Il mercurio è noto per essere un veleno. Elemento naturale che non può essere creato o distrutto, viene rilasciato in aria, acqua e terra dalla piccola estrazione dell’oro artigianale, dagli impianti alimentati a carbone e dallo scarto di prodotti elettronici o di consumo, come interruttori elettrici, termostati e otturazioni dentali in amalgama. Composti del mercurio si trovano nelle batterie e nelle vernici. Particolarmente insidioso, perché si accumula nei pesci e risale la catena alimentare, costituisce il fattore maggiore di rischio al sistema nervoso per le donne in gravidanza, in età fertile e per i bambini piccoli.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che non ci sono limiti di sicurezza per l’assimilazione del mercurio e dei suoi composti, che possono arrivare a causare danni al cervello e ai reni, perdita di memoria e disturbo del linguaggio.
Secondo la Direttiva Acque, gli Stati membri devono inserire nei loro piani di gestione dei bacini idrografici un programma di misure al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee entro il 2015.
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