Bruxelles, 8-03-2012
Zanoni chiede al Governo che le spese di cura degli animali d’affezione siano depennate dal redditometro. Zanoni, insieme alla collega Muscardini e altri 11 Eurodeputati italiani, ha già scritto al sottosegretario alla salute Elio Cardinale. “Chi ha un cane o un gatto non è certo ricco per forza”.
“Il Governo tolga le spese veterinarie dal redditometro perché oltre ad essere un procedimento ingiusto non farebbe altro che incentivare il fenomeno del randagismo”, lo chiede Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV e vice Presidente dell’Integruppo sul Benessere degli Animali al Parlamento europeo.
“Mi unisco a quanti, tra cittadini e associazioni, stanno protestando contro l’inclusione di queste spese tra gli indici di ricchezza”.
Zanoni precisa che “gli animali, come riconosciuto dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona, sono esseri senzienti, non beni di lusso. Per questo hanno il diritto alla tutela e alla salute senza nessuna tassa aggiuntiva”.
L’Eurodeputato ha scritto il 29 febbraio insieme alla collega Cristiana Muscardini dell’eurogruppo animali e ad altri deputati italiani (Niccolò Rinaldi, Roberta Angelilli, Gianni Pittella, Erminia Mazzoni, Amalia Sartori, Paolo Bartolozzi, Salvatore Iacolino, Marco Scurria, Patrizia Toia, Gianluca Susta e Licia Ronzulli) una lettera al sottosegretario alla salute Elio Cardinale affinché vengano tolte le spese veterinarie dal redditometro. “Insistere sulla proposta sarebbe ingiustamente penalizzante per milioni di cittadini – si legge nella lettera – e potrebbe portare ad un aumento dell’abbandono, con rischi e costi sanitari, togliendo ogni valore ai risultati ottenuti nella lotta al randagismo di questi ultimi anni”.
“In Italia i milioni di persone che vivono con un animale domestico sono già sotto pressione per la crisi – conclude Zanoni – Considerare loro ricchi quando non si è voluto proseguire con la patrimoniale sarebbe oltre un danno anche una beffa”.
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