Le violenze, i soprusi, le minacce e le angherie nei confronti delle donne sono troppo frequenti, insopportabilmente troppo frequenti nell’Europa del XXI secolo. Ogni anno ci presenta una realtà di fronte alla quale è impossibile non commuoversi, vergognarsi, indignarsi e trarre forza per reagire.
Un problema purtroppo non solo italiano, ma europeo. Per questo sono convinto che la soluzione vada cercata a livello europeo, perché se così tante donne ancora oggi subiscono discriminazioni e violenze il problema è tutto culturale, e la cultura non ha confini nazionali. Finché simili episodi non scateneranno ondate di indignazione e reazione collettiva, finché tutti noi non ci sentiremo intimamente shoccati da queste storie di lacrime e sangue, finché queste tragedie continueranno ad essere trattate con la freddezza della cronaca giornalistica, centinaia di bambine, ragazze, donne continueranno ad essere vittime silenziose di questo dramma sociale.
Come eurodeputato sto facendo il massimo per spingere le istituzioni europee ad affrontare questa piaga che non conosce differenza di nazionalità, lingua o classe sociale. Si tratta di un dramma trasversale all’attività politica di tutti i giorni che mi vede personalmente impegnato in primis per la tutela dell’ambiente della nostra salute e degli animali, ma che non può lasciarmi indifferente e quindi inerte, perché di fronte a simili storie il cuore non può fare a meno che stringersi. Questa settimana a Strasburgo abbiamo approvato un’importante risoluzione dal titolo “Lotta alla violenza contro le donne” che chiede alla Commissione europea di presentare una strategia paneuropea e un piano d’azione per combattere tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze come previsto nel 2010 dal piano d’azione che attua il programma di Stoccolma. Per questo ci vogliono misure concrete, come pene esemplari negli ordinamenti nazionali e la creazione di un osservatorio europeo sulla violenza nei confronti delle donne.
E non è finita qua. La lotta alle violenze si combatte anche garantendo alle donne le stesse condizioni di lavoro e retribuzione, mettendo loro a disposizione strutture e risorse per conciliare vita privata e professionale, nonché garantendo loro libero accesso e possibilità di carriera a tutte le professioni, politica compresa. Per questo in Europa ho appoggiato tutte quelle proposte di legge che vanno in questo senso, denunciando con la massima fermezza i casi di violenze e discriminazioni, in Italia e altrove.
Il cambiamento che dobbiamo innescare è culturale da una parte e legislativo dall’altra. In Europa non mi arrenderò finché queste maledette tragedie non saranno altro che uno sbiadito ricordo.
Andrea Zanoni