ANDREA

ZANONI

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Questione Nord-Est, facciamo ripartire la locomotiva d’Italia

Forse per pudore, forse davvero ancora troppi vogliono nasconderselo. Ma dopo i cinquant’anni che hanno fatto la ricchezza del nostro Paese, collocandolo nel novero delle nazioni più progredite del mondo, oggi siamo in uno stallo di proporzioni drammatiche. Per anni si è parlato di questione meridionale, ebbene oggi è giusto parlare di questione settentrionale.

La cosiddetta locomotiva d’Italia non solo è ferma ma, per ripartire, rischia di vedersi spinta da idee vecchie, non più attuali, in contrasto con la necessità di stabilire nuovi equilibri tra natura, scienza e tecnologia.

Il Nord Est italiano deve ripartire, la crisi va combattuta con le armi della green economy, della tecnologia, della ricerca e di uno sviluppo sostenibile che da troppi anni è stato tradito da amministrazioni pubbliche miopi e incapaci.

Il Nord Est italiano ha bisogno più che mai di un cambiamento radicale. Diciamoci la verità: quella che un tempo era la “locomotiva d’Italia”, il Nord Est e l’Emilia Romagna, da qualche anno ha smesso di correre, il motore si è inceppato. Le responsabilità sono sì della crisi economica mondiale ma anche delle politiche di una classe dirigente incapace di capitalizzare e investire nel futuro la ricchezza creata negli anni dal lavoro degli operosi lavoratori e imprenditori del Nord Est italiano.

C’è bisogno di forza e coraggio per un cambiamento che, forte delle inesauribili risorse e volontà dei suoi abitanti, rifaccia ripartire la locomotiva Nord Est su binari diversi, binari fatti di innovazione, tecnologia, conoscenza, eco innovazione e valorizzazione culturale e turistica.

Per questo il Nord Est ha bisogno di investimenti e attenzione anche da parte dello Stato perché, duole dirlo, ma in Italia non si può più parlare di sola “Questione Meridionale”. Ne sono una prova le centinaia di aziende che chiudono ogni giorno, le migliaia di cassintegrati e di giovani che non trovano lavoro in regioni come il Veneto, il Trentino Aldo Adige, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, un tempo fiore all’occhiello dell’economia italiana.

Gli abitanti del Nord Est stanno soffrendo silenziosamente sotto i colpi di una crisi che non sta risparmiando nessuno e che costringe i nostri ragazzi ad emigrare, come succedeva in Veneto a inizio Novecento. Ragazzi spesso altamente qualificati che non vengono messi nelle condizioni di arricchire il loro territorio con le proprie qualità e di iniettare linfa vitale e giovane nella nostra economia singhiozzante.

La locomotiva deve ripartire, e per questo ci vuole una spinta vigorosa e nella giusta direzione da parte della politica. I laboriosi, onesti e virtuosi abitanti del Nord est italiano faranno il resto.

Andrea Zanoni

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