LA REGIONE CERTIFICA IL PRIMO BUCO DELLA PEDEMONTANA DA 54 MILIONI DI EURO, UN’OPERA VAMPIRO CON I CONTI IN ROSSO A CARICO DEI CONTRUBUENTI VENETI CHE CAUSERA’ ALTRI TAGLI ALLA SANITA’

Ieri ho incalzato i tecnici della Giunta che in Seconda Commissione che ci hanno illustrato il Bilancio del Veneto 2023-2025 per conoscere come graverà sulle tasche dei contribuenti la Superstrada Pedemontana Veneta. Purtroppo, sono arrivate le conferme che mi aspettavo, la SPV creerà dei buchi che il bilancio regionale andrà a ripianare, per 24 milioni di euro il prossimo anno 2023, 15,7 milioni nel 2024 e 14,1 milioni nel 2025. Dunque, cominciano i prelievi dalle tasche dei cittadini per pagare i mancati introiti della Superstrada Pedemontana. La SPV si dimostra e si conferma come grande opera ‘vampiro’ a livello nazionale. Dopo i 300 milioni imposti da Zaia nel 2017, con conseguenti tagli soprattutto a danno della sanità veneta, poi i 614 milioni di euro dallo Stato, adesso arriva un'altra mazzata da 54 milioni di euro per pagare il canone alla società SIS a causa delle previsioni sugli introiti insufficienti derivanti dai pedaggi. Un’infrastruttura amarissima per i veneti, cornuti e mazziati perché oltre a questi salassi hanno visto cancellare le esenzioni dei pedaggi per i residenti di una trentina di comuni. Il buco, messo per la prima volta nero su bianco, certifica i conti in rosso della SPV è causa della terza convenzione a firma Zaia, che ha portato il rischio di impresa nella casa dei veneti garantendo ugualmente un canone fisso al privato. Un motivo in più per votare contro questo bilancio che genererà una riduzione del 14,9% delle risorse per quasi tutti i capitoli di spesa, sanità compresa. Ma non è finita qui, questi buchi milionari probabilmente continueranno per 39 anni, ovvero la durata della concessione, gravando ogni anno sul bilancio regionale fino al 2061! Un buco complessivo con il quale avremmo potuto costruire tre nuovi e modernissimi ospedali. Andrea Zanoni

FOTO: La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova, Il Corriere delle Alpi del 18/11/2022

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