In Parlamento europeo a Strasburgo, abbiamo approvato in via definitiva la nuova Direttiva Ue di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) della quale sono relatore. A 30 anni dall’ultima modifica, finalmente arrivano standard in grado di rispondere alle sfide ambientali moderne. Si tratta di una pietra miliare nella storia della politica ambientale dell’UE che finalmente potrà disporre di standard ambientali all’altezza delle nuove sfide globali del XXI secolo.
Le principali novità della nuova Direttiva VIA sono norme specifiche sulla biodiversità, sul il clima, maggiore trasparenza nella procedura per facilitare la partecipazione pubblica grazie alla creazione di un portale centrale, norme nuove sul conflitto di interessi, sanzioni nel caso di violazioni delle norme derivanti dalla nuova direttiva, una forte limitazione della possibilità di ricorrere a deroghe, norme contro il “salami slicing” ovvero la valutazione a pezzi di uno stesso progetto, i cambiamenti idromorfologici,, i rischi per la salute, ecc.
Si tratta del risultato di un anno e mezzo di duro lavoro, oltre cento incontri con i relatori ombra, con il Consiglio, la Commissione, le associazioni di categoria, le associazioni ambientaliste, e le rappresentanze di molti dei governi dei 28 Stati membri UE. Siamo riusciti ad innalzare il livello qualitativo degli standard di protezione dell’ambiente e della salute umana di cui le pubbliche amministrazioni dovranno tener conto per la valutazione dell’impatto ambientale dei grandi progetti pubblici e privati come ponti, porti, autostrade, discariche di rifiuti, fino agli allevamenti intensivi di pollame o suini.
L’unico rammarico consiste nell’ostruzionismo fatto in sede di negoziati dal Consiglio contro l’obbligatorietà della valutazione d’impatto ambientale di tutti gli impianti di estrazione ed esplorazione del gas di scisto (shale gas), tuttavia sono convinto che nel complesso le molte modifiche apportate miglioreranno sensibilmente la direttiva attualmente, vigente ormai datata e inadatta a rispondere alle sfide ambientali moderne, così come ritengono le principali associazioni ambientaliste europee. Come relatore del dossier per il Parlamento europeo, l’istituzione che rappresenta i cittadini europei, ho agito nel solo ed esclusivo interesse della loro salute e dell’ambiente dei 500 milioni di cittadini europei.