In giro per il Triveneto…massacrato da rifiuti, asfalto e cemento

Questa settimana, vista l’assenza di attività parlamentare a Bruxelles, l’ho passata spostandomi ai quattro angoli del Triveneto per incontrare cittadini, comitati e associazioni che ogni giorno mi scrivono per denunciarmi soprusi al nostro territorio, già compiuti o in divenire. Ho preferito incontrare i cittadini e i loro problemi piuttosto che rinchiudermi nei “salotti buoni” della politica a parlare dei massimi sistemi come tanti miei colleghi preferiscono invece fare. Ho attraversato le province di Treviso, Vicenza, Rovigo, Padova, Belluno e Pordenone, chilometri di strada sotto i piedi e due pensieri fissi nella testa: il primo è quanto è bello il nostro Triveneto, il secondo quanto male gli abbiamo fatto con cemento, inquinamento, cave e discariche e quanto ancora rischiamo di fargliene con le ennesime minacce di cemento che pendono sulle nostre teste.
Lunedì il mio giro è iniziato a Santa Lucia di Piave (Treviso), dove ho visitato l’area del nuovo casello dell’autostrada A27 con Loretta Bellussi e altri membri del Comitato Salviamo il Paesaggio Veneto.  Quanti trucchetti per approvare la realizzazione del nuovo casello e dello svincolo, due progetti che, benché riguardino un unitario sistema infrastrutturale, sono stati concepiti come distinti grazie al gioco delle diverse competenze (statale per il casello, provinciale per la viabilità complementare) cosa che ha esonerato i due progetti dalla procedura di Valutazione Impatto Ambientale VIA (VIDEO) (FOTO). Sempre lunedì ho partecipato ad un incontro dell’Associazione Cristiana Lavoratori Italiani ACLI per parlare del problema inquinamento della nostra aria, una vera emergenza in un territorio stretto nella morsa di cementifici, inceneritori e autostrade in città (FOTO).

Martedì vicentino, prima a Rosà, dove con l’amico Lorenzo Signori ho effettuato un sopralluogo presso il sito inquinato della ex Orlandi (solventi e diluenti), società oggi fallita (VIDEO) (FOTO), e poi a Tezze sul Brenta dove ho visitato il sito dell’ex Tricom, Galvanica Pm, azienda al centro di denunce per inquinamento da cromo esavalente dal 2002 (VIDEO) (FOTO). Si tratta di due siti gravemente inquinati. Le falde acquifere continuano a subire gli effetti disastrosi di quelle attività nonostante siano cessate da anni. A San Pietro di Rosà ho incontrato i comitati “Eco delle Terre”, il raggruppamento di associazioni e gruppi nati per la tutela e lo sviluppo del territorio, il Comitato LABC Laboratorio Civico e al presidio di San Pietro di Rosà il Comitato ex Tricom (FOTO). E’ stato un piacere stringere la mano e confrontarmi con persone che da diversi anni si battono per la difesa dell’ambiente.

Mercoledì a Rovigo. Insieme a Vincenzo Pellegrino del Comitato Diritto alla Città abbiamo visitato l´area del Passante Nord, ovvero il collegamento stradale che Veneto Strade vuole realizzare tra via Porta Adige presso il Censer e la S.S.16 a sud del canale Ceresolo, un progetto che andrebbe ad aggiungere un’altra inutile e dannosa colata di cemento e asfalto nel Comune di Rovigo compresa la bellissima area del Parco fluviale Langer e del relativo bosco. Il progetto è stato approvato da Silvano Vernizzi, uno e trino, ovvero allo stesso tempo Amministratore delegato di Veneto Strade (che ha presentato il progetto) e Presidente della commissione di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della Regione Veneto (che ha approvato il PAT che prevede il progetto) (VIDEO) (FOTO). In serata sono intervenuto alla conferenza “Assalto all’ambiente. Passante Nord, Nogara-mare, centrale a carbone: opere utili o sprechi?”, dove abbiamo parlato di queste opere di cemento o cattedrali dell’inquinamento che si apprestano a dare il colpo di grazia a un’area già martoriata dall’eccessiva cementificazione.

Giovedì ho voluto rendere visita, come avevo promesso, agli amici del Vajont e di Erto e Casso (tra cui il Sindaco di Vajont Felice Manarin e quello di Erto e Casso, Luciano Giuseppe Pezzin) accompagnato dall’assessore all’ambiente del comune d Vajont avvocato Fabiano Filippin per ricordare la tragedia di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario (FOTO). Non penso di esagerare quando affermo che lo scriteriato sfruttamento del territorio senza il rispetto delle norme ambientale e di sicurezza e la cementificazione selvaggia e irrazionale sono le cause di tragedie umane come questa (FOTO). Nel pomeriggio mi sono spostato a temperature più clementi (era da anni che nella zona della diga del Vajont non nevicava così tanto) ovvero a Vittorio Veneto (Treviso), dove insieme ad Alessandro Mognol che rappresenta legalmente il Comitato “No traforo ANAS, Sì alternative” e l’associazione Salviamo il Paesaggio, ho visitato le aree dove l’ANAS Spa vorrebbe realizzare un progetto stradale noto come “Traforo di Sant’Augusta. Qui il progetto, approvato nel maggio 2009 dall’ANAS, è stato oggetto di Valutazione di Impatto Ambientale VIA nel luglio 2004 e non teneva quindi conto dell’esistenza del SIC, istituito solo nel mese successivo. Risulta, quindi, privo della Valutazione di Incidenza Ambientale VINCA (VIDEO) (FOTO). Sempre giovedì sono stato alla presentazione della candidatura di Stefano Leoni nella Lista di Rivoluzione Civile. Stefano è un vecchio amico che conosco dal 1990 quando io ero responsabile regionale guardie WWF e lui lavorava all’ufficio legale WWF Italia e come coordinatore regionale.

Venerdì mattina, infine, ho incontrato circa 200 ragazzi del liceo Duca degli Abruzzi nel contesto di un incontro dal titolo “Il nostro futuro non inizia domani, inizia ora” dove abbiamo parlato di temi come un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse e su un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050: insieme verso il futuro sostenibil. Nel pomeriggio ho incontrato i responsabili del Comitato SOS C&C, che si battono per la salute dei cittadini minacciata da polveri inquinanti e sostanze tossiche, che continuano ad avvelenare l’ambiente dall’ex industria dei rifiuti di Pernumia (Padova), sequestrata ed ora è ridotta in stato di abbandono a pochi passi dai centri abitati.

Una settimana all’insegna del cemento e dell’inquinamento, starete pensando. In parte si. Si perché nel nostro Triveneto le amministrazioni locali e regionali troppo spesso si sono dimostrate prone agli interessi di questo costruttore o quel cavatore, soggiogate dal mito dello sviluppo a tutti i costi basato sul cemento e la combustione fossile. Personaggi con pochi scrupoli ambientali o sociali, ma con l’occhio rivolto solo al proprio portafoglio hanno poi fatto il resto. Tuttavia, come ho detto, questa è solo parte della realtà che mi sono trovato di fronte agli occhi. Si perché nel mio viaggio non solo ho visto tutta la bellezza del nostro Triveneto che, nonostante il cemento e disastri ambientali, ancora risplende in un bosco, una campagna o un corso d’acqua, ma soprattutto la forza e la determinazione di tanti veneti pronti a lottare con tutte le proprie forze per salvaguardare fino all’ultimo centimetro quadrato di verde rimasto, fino all’ultimo respiro di aria pulita.

E’ per questo Triveneto e per questi cittadini che continuerò a battermi in Europa affinché il nostro territorio non diventi uno sbiadito ricordo ma riscopra una bellezza e un’autenticità che ci spetta di diritto!

Andrea Zanoni

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