Venerdì 9 giugno, ho partecipato alla conferenza dal titolo “La sicurezza del Piave, una sfida per l’ingegneria idraulica ed ambientale del XXI secolo” con relatore il professor Andrea Marion, docente ordinario di Ingegneria idraulica all’università di Padova.
La conferenza è stata organizzata dal Comitato per la difesa del territorio dalla progettata diga di Falzè in collaborazione con il Comitato per la tutela del nostro Piave.
Ringrazio gli organizzatori che mi hanno concesso di intervenire facendo presente che la soluzione ai problemi che può generare il fiume Piave devono essere condivise con tutti i comuni e comunità del fiume, e che lo strumento migliore per mettere tutti ad un tavolo per decidere sulle opere necessarie e’ e resta il Contratto di Fiume.
Ho fatto presente come le mie proposte di emendamento al bilancio regionale per finanziare il Contratto di Fiume del Piave siano sempre state bocciate dall’attuale maggioranza, la quale invece ha approvato il piano triennale delle opere dentro il quale c’è ci sono le casse di Ciano di Crocetta del Montello per un importo di 55 milioni di Euro, un’opera devastante, fuori tempo massimo, non condivisa e inutile.
Purtroppo il Piave da sempre viene saccheggiato a norma di legge, senza un piano preciso previsto per legge, dove si scava su autorizzazione del Genio Civile sempre in un unico e solito tratto lungo 10/20 chilometri su una asta lunga invece 220 chilometri. E perché mai col pretesto formale della “sicurezza idrogeologica del Piave” scavano sempre in questa zona (Cimadolmo, Maserada, Spresiano, Ponte di Piave) ? Semplicemente perché qui hanno le loro basi i cavatori di ghiaia.
Ho anche ricordato che la stessa Corte Costituzionale ha cassato una legge regionale del 2020 che avrebbe permesso di scavare 80.000 metri cubi di ghiaia in deroga alla legge.
Il Professor Marion con una lunga, dettagliata, qualificata esposizione ci ha fatto ben capire come un fiume sia un sistema molto complesso e che con il suo continuo movimento nel giro di pochi anni puo’ rendere inutile e inservibile un’opera.
Ecco perché prima di realizzare con i nostri soldi un’opera faraonica come le casse di Ciano tutto dovrebbe essere deciso e concertato con il consenso dei comuni e delle comunità rivierasche e non imposto dall’alto come sta facendo la Giunta Zaia.
Andrea Zanoni