IL CONSIGLIO VENETO APPROVA UNA LEGGE SUGLI APPOSTAMENTI DI CACCIA A RISCHIO INCOSTITUZIONALITÀ. CALPESTATE LE NORME EDILIZIE E PAESAGGISTICHE.

Il progetto di legge sui capanni di caccia approvato ieri in Consiglio regionale prevede delle norme che rischiano di superare il filo rosso dell’incostituzionalità.
Stiamo parlando di appostamenti di caccia ai piccoli passeriformi canori migratori (Tordo bottaccio, Tordo Sassello e Cesena) che di solito vengono realizzati nei boschi collinari e montani, quasi sempre in zone vincolate e protette da norme paesaggistiche e comunitarie come le aree della Rete Natura 2000 dell’UE.
La caccia da appostamento è la forma di caccia più vigliacca, vergognosa, disonorevole e immorale perché i cacciatori nascosti dentro ad un capanno di caccia, attirano gli uccelli migratori con l’inganno dei richiami vivi per poi fare delle carneficine dei poveri malcapitati.
I richiami vivi sono degli animali molto sfortunati, privati per sempre della libertà, ridotti a delle larve perché costretti a vivere in delle luride e sporche gabbiette, dove non riescono nemmeno ad aprire le ali e con mangiatoia e contenitore dell’acqua interno dove imbrattano tutto con le proprie feci.
La legge approvata in Consiglio consente attività che sono vietate ai comuni cittadini che per metterle in atto hanno bisogno di autorizzazioni specifiche delle autorità statali e regionali che si occupano di tutela di paesaggio e delle foreste.
Viene consentito a chi costruisce un appostamento (ricordo che si tratta di strutture di 12 metri quadri) lo sfalcio dell’erba, l’installazione di supporti metallici per le gabbiette dei richiami vivi, la potatura delle piante, il movimento terra, l’applicazione di rami sulle piante come posatoi dove sparare agli uccelli migratori selvatici.
Con una serie di emendamenti abbiamo tentalo di circoscrivere queste attività scritte con disposizioni passibili di interpretazioni applicative, ovvero scritti in materia poco chiara.
Ad esempio avevamo proposto che la potatura delle piante e lo sfalcio della flora salvaguardasse almeno le specie di flora prative, arbustive e gli alberi protetti in crescita nel sottobosco nel rispetto della legge regionale n.53 del 1974 e dalla direttiva Habitat dell’UE, la stessa cosa la abbiamo proposta per le potature degli alberi. Cio’ per salvaguardare la crescita di piante protette come certe specie di orchidee e alberi.
Inoltre avevamo proposto dei limiti di distanza dall’appostamento oltre i quali fosse vietato intervenire con sfalci indiscriminati, limiti in volume degli spostamenti terra, divieto di utilizzo di fili metallici che potessero danneggiare gli alberi (In aula durante il dibattito ho mostrato alcune foto di alberi protetti danneggiati dai supporti degli appostamenti e gabbie dei richiami vivi). Alcuni emendamenti prevedevano di inasprire le sanzioni amministrative in caso di violazione e dei dispositivi utili a mantenere in vita i tanti procedimenti penali in corso nati grazie ad una intensa attività di controllo da parte dei Carabinieri Forestali, molto attivi nel reprimere abusi che danneggiano l’ambiente, il paesaggio e i boschi delle colline e montagne venete.
Tutti gli emendamenti sono stati bocciati dimostrando come questa maggioranza oltre ad essere insensibile alla tutela dell’ambiente lo è pure nei confronti di importanti norme regionali, statali e comunitarie sulla tutela dell’ambiente.
Segnalo che in apertura dei lavori ai sensi dell’articolo 97 del regolamento del Consiglio regionale avevo sollevato la questione pregiudiziale nei confronti del progetto di legge perché: 1) invadeva le competenze statali: le autorizzazioni paesaggistiche sono di competenza dello Stato; 2) era imprecisa nella formulazione: non veniva definito quanto terreno potevano scavare, fino a che distanza tagliare gli alberi, quanti metri quadri potevano sfalciare, ecc. 3) era priva dei requisiti formali e procedurali: non era stato acquisito il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e non erano state fatte le audizioni delle associazioni di tutela ambientale. Questione pregiudiziale messa ai voti e bocciata con 10 voti a favore, 0 astenuti e 36 contrari.
Sulla questione dell’incostituzionalità ho letto in aula un recente parere del Ministero della Cultura – Soprintendenza di Verona, Rovigo e Vicenza, del 22 aprile scorso, indirizzato anche alla Regione Veneto, dove si sottolineava che la legge veneta sugli appostamenti viola le competenze dello Stato sia in materia edilizia che paesaggistica e non rispetta i principi della sentenza della Corte costituzionale n.139/2013 che dichiarò incostituzionale la legge veneta sugli appostamenti.
La legge è stata approvata con 33 voti a favore, 2 astenuti e 4 contrari.
Non mancherò di mandare una nota ai ministeri competenti per chiedere di proporre al consiglio dei ministri di impugnare la legge.
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