Gli italiani dicono NO alla caccia e NO alla vivisezione

NO alla caccia e NO alla vivisezione. Il messaggio è chiaro e semplice da capire anche per chi in Italia continua a fare orecchie da mercante. L’ultimo rapporto Eurispes Italia 2013 non lascia più dubbi: gli italiani sono sempre meno disposti a tollerare gli atti di violenza ai danni degli animali. Insomma, l’Italia, nonostante tutto, diventa sempre più civile.

 

Secondo il rapporto, l’87,3% degli italiani è contro la sperimentazione animale e meno del 20% si dice tollerante nei confronti della caccia, un’attività barbara che nel 2013 non ha più davvero senso di esistere. Cresce anche la percentuale dei vegetariani, 6% (4,9% vegetariani ed 1,1 vegani), ovvero di chi ha deciso di dire basta ai moderni metodi intensivi di allevamento spesso in tutto e per tutto simili alla tortura.

 

In un periodo di crisi economica, strapotere delle banche sui diritti e crollo della morale politica, almeno una buona notizia all’orizzonte. L’intolleranza degli italiani nei confronti della sofferenza animale non può che essere accolta a braccia aperte, e così speriamo che faccia il prossimo parlamento italiano, al di là del colore politico.

 

Partiamo dalla caccia. Il fatto che 8 italiani su 10 vorrebbero vedere le doppiette appese al chiodo è un chiaro segno di civiltà in crescita nel nostro Paese, aumentano infatti cittadini che vogliono godere della natura e delle sue bellezze senza correre il rischio di venire impallinati una domenica in un bosco come purtroppo oggi a volte accade. In Europa sto facendo il possibile affinché vengano rispettate almeno le direttive europee a riguardo, normative che regioni schiave della lobby ingorda dei cacciatori come il Veneto di Luca Zaia continuano a calpestare a suon di deroghe. Ma a questo punto, vista la chiara avversione degli italiani a questa attività crudele, l’auspicio è che venga organizzato al più presto un referendum nazionale per proibire la caccia e le sue aberrazioni in tutta la penisola.

 

Poi la vivisezione. Purtroppo in Europa la sperimentazione animale non è vietata ma solo regolamentata, tra l’altro a mio avviso assolutamente in modo insufficiente. Il risultato è che esistono ancora allevamenti e centri di morte come Green Hill (adesso schiuso) e Harlan, e laboratori dove migliaia di poveri animali continuano a venir sacrificati mentre i metodi alternativi rimangono nel cassetto. In Europa sto facendo il possibile, con interrogazioni ed emendamenti vari, affinché si adotti un altro approccio. A questo proposito mi auguro che la grande civiltà dimostrata dagli italiani, come fotografato dal rapporto Eurispes, si espanda a macchia d’olio in tutti i 27 Paesi Ue.

 

Ma le battaglie animaliste alle quali gli italiani dimostrano sempre più attaccamento sono tante, dal trasporto degli animali vivi alle condizioni di allevamento, dalla gestione del randagismo agli aiuti per chi possiede un animale d’affezione. Su tutti questi aspetti, il rapporto Eurispes ci fa tirare un sospiro di sollievo. Adesso l’auspicio è che le autorità, politiche e non, dimostrino di rispettare la volontà popolare e prendano i giusti provvedimenti per onorare il volere del popolo.

 

Permettetemi di concludere con una citazione, già detta tante volte ma piena di significato: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, a dirlo fu Ghandi, e oggi gli italiani hanno risposto in modo eccellente.

 

Andrea Zanoni

 

 

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