Domani voteremo al Parlamento europeo a Strasburgo sul futuro della pesca in Europa. Non si tratta di un voto come gli altri, bensì di una scelta ben precisa tra la conservazione degli stock ittici e la sopravvivenza dell’intero settore della pesca nei mari europei da una parte, e un disastro ecologico per i nostri mari ed economico per tutti i pescatori che vivono di questa attività dall’altra parte. In mezzo la miopia di chi si ostina a voler tutto e subito, di chi non vuole capire che per il bene di tutti, pesci e anche pescatori, bisogna ridurre le quote attuali di pescato, prevedere zone di divieto di pesca e contrastare i fenomeni di rigetto in mare. Insomma, per assicurare alla pesca europea e ai pesci un futuro, ci vogliono regole ben precise.
Mi occupo di pesca sostenibile da quando sono stato eletto eurodeputato e sono intervenuto più volte in favore della riforma, sia in commissione ENVI Ambiente che nelle sessioni plenarie del Parlamento europeo. (VIDEO). Purtroppo nei nostri mari si sta consumando una tragedia silenziosa, una tragedia che vede gli stock ittici nelle acque europee diminuire drasticamente, intere specie a rischio estinzione e i piccoli pescherecci tornare nei porti sempre più vuoti. Ecco che la pesca eccessiva di oggi minaccia la biodiversità dei nostri mari e rischia di rendere i nostri pescatori sempre più disoccupati o dipendenti dai sussidi a causa del declino degli stock ittici, tant’è che ormai importiamo dall’estero ben il 66% del pesce che consumiamo in Europa.
Con il voto di domani possiamo invertire la rotta e chiedere nuovi limiti alla quantità di pesce che può essere pescato, piani pluriennali (MAP) per ripristinare gli stock ittici, una maggiore regionalizzazione nella gestione del settore, regole per i pescherecci europei anche in acque extra-europee e misure contro la pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata. Tra i fenomeni che vanno contrastati assolutamente c’è quello dei rigetti in mare, una mattanza e uno spreco che vede ogni anno il rigetto nelle acque europee di ben 1,7 milioni di tonnellate di pesci morti. (VIDEO) Basti pensare che la stessa Commissione europea stima che nel Mare Mediterraneo e nell’oceano Atlantico si pesca rispettivamente l’80 e il 47 per cento in più di quanto si dovrebbe. Nei mari italiani, in particolare, serve istituire riserve dove è vietata la pesca e una più intensa e forte lotta alla pesca abusiva, è ora di porre fine alla piaga della pesca illegale di pesci sotto misura come i tonni grandi come uno sgombro o pesci spada lunghi appena 40 centimetri.
Per tutti questi motivi il voto di domani sarà fondamentale per compattare le file del parlamento europeo e presentarsi con una posizione forte di fronte al Consiglio, l’istituzione comunitaria che rappresenta i Paesi membri compresi quelli più restii ad abbracciare una pesca davvero sostenibile. Ci sono voluti 18 mesi di negoziati e circa 2500 emendamenti per arrivare alla versione finale della relazione dell’eurodeputata tedesca socialista Ulrike Rodust sulla prossima politica comune della pesca. Tra questi emendamenti ci sono anche i tentativi della lobby della pesca intensiva di vanificare l’intero lavoro fatto, e questo al solo scopo di proteggere gli interessi di pochi a discapito di una visione più lungimirante della pesca europea. Domani cercherò di disinnescare questi trabocchetti, domani voterò SI solo ad una pesca più sostenibile in Europa!
Andrea Zanoni