Scava oggi e scava domani, ecco i risultati. Con la natura non si scherza. Il taglio degli alberi del bosco di Tarzo (TV) raso al suolo per far posto ai vigneti e contro il quale ci siamo opposti fino all’ultimo momento, è la vera causa di questo disastro, delle frane e smottamenti delle ultime settimane. La salute idrogeologica del nostro territorio si conferma l’ultima delle preoccupazioni della Regione Veneto.
Le frane e gli smottamenti di queste settimane a Tarzo (TV) devono far riflettere. Scavare nel sottosuolo e sradicare alberi vuol dire impoverire il nostro territorio di difese naturali indispensabili al mantenimento di un certo equilibrio naturale. Adesso i responsabili, in primis la Regione Veneto, si assumano le proprie responsabilità. Il patrimonio naturale del nostro Veneto non può essere sacrificato per nessun interesse economico di sorta, nemmeno in nome della pur prestigiosa industria del prosecco.
Nel particolare questo disastro è stato causato anche grazie alla legge numero 3 del 5 aprile 2013 della Regione Veneto che ha colposamente modificato la definizione di “bosco” della legge regionale. Ecco che con la nuova norma è possibile trasformare in aree agricole, in particolare destinate a coltivazione di vigneti, le zone che fino ad ora erano considerate bosco. E questi sono i risultati.
Il nostro territorio è già martoriato da decenni di sfruttamento edilizio e produttivo. In Europa sto facendo il possibile affinché in sede di Consiglio venga sbloccata la Direttiva Ue Suolo che prevede lo stop al pericoloso consumo di territorio naturale al quale oggi stiamo assistendo purtroppo inermi. Basta sfruttare il modo irresponsabile il nostro territorio, per scopi agricoli, industriali ed edilizi. Non è vero che bisogna scegliere tra economia e ambiente, tra sviluppo e rispetto della natura. Il nostro Veneto è pieno di bellissime realtà anche agricole che lavorano in armonia con il territorio, mettendone in risalto la bellezza e non a repentaglio l’integrità. L’unico sviluppo oggi possibile è quello sostenibile, altrimenti non si potrà parlare di sviluppo.
Andrea Zanoni